Nello sport e nella vita giocare alto

Il 14° Meeting di Assisi, tenutosi dal 5 al 7 dicembre. Gli interventi, i ricordi del 7 giugno, la visita ai luoghi della vita del Santo
Un momento del 14° Meeting di Assisi
Un momento del 14° Meeting di Assisi

Quest’anno il meeting che il Csi organizza ormai da quattordici anni ad Assisi è stato del tutto particolare, non solo per i temi trattati nella tre-giorni, ma soprattutto perché il 2014 è stato per tutti noi ciessini l’anno di un grandioso traguardo, i nostri primi 70 anni. “Da Francesco a Francesco – Assisi 2014” è iniziato con il simbolico passaggio di testimone dal Santo Padre, che abbiamo incontrato il 7 giugno a San Pietro in occasione del nostro compleanno, al Patrono d’Italia. Nella serata di apertura tutti i 500 tra dirigenti, animatori, ecc., che hanno aderito a questo bellissimo incontro sono ritornati indietro nel tempo, a quell’emozionante incontro con il nostro “capitano” Papa Francesco, e tra le immagini, i video, e le varie testimonianze, in sala sembrava di essere ancora lì a San Pietro, come se il tempo si fosse fermato. Don Alessio Albertini, nel ricordare le parole dette dal Papa, ha ricordato san Francesco, sulla cui figura è incentrato il meeting ciessino: partendo da Assisi e dalle sue pietre, il consulente ecclesiastico nazionale del Csi ha descritto “come nelle mani di un artista un sasso possa divenire un santo”, ripercorrendo la vita del Poverello dalla nascita alla prigionia di Collestrada, fino ad arrivare allo sguardo al Crocifisso di San Damiano.

Non poteva mancare il nostro amico Emiliano Mondonico, sempre attivo sul sociale e con il mondo del Csi, regalandoci la sua testimonianza. Il suo ricordo del 7 giugno è quello di una marea arancioblu, un’onda giovanile “anomala” in piazza San Pietro, in cui il Pontefice sembrava navigare. “Il passaggio decisivo che ricordo – dice mister Mondonico – è stato quando ci ha ricordato di non accontentarci di un pareggio mediocre. Ogni giorno nella società di oggi bisogna puntare a vincere. L’importante non è partecipare, bisogna ogni giorno lottare per essere vincenti. Voi educatori Csi abituate i vostri ragazzi a essere vincenti, non solo nelle partite, ma nella loro vita”-.

Nella seconda giornata, a seguito della preghiera introduttiva di don Pietro Adani, consulente ecclesiastico regionale del Csi Emilia Romagna, è la volta di mons. Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto, il quale auspica che il Csi sia “scuola di verità per riscoprire le radici cristiane e di vivere lo sport come meravigliosa avventura di amore”. Italo Cucci, direttore editoriale di Italpress, ha presentato con il nostro presidente nazionale Massimo Achini la Maratona dei popoli del Mediterraneo che si svolgerà sull’isola di Pantelleria nell’ottobre 2015; vi prenderanno parte atleti dei vari Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, per testimoniare la valenza culturale dello sport come strumento di integrazione e di fratellanza.

Quest’anno, come novità, si è organizzato un pellegrinaggio per Assisi. Il Csi, per essere ancor più vicino a Francesco, ha portato tutti i partecipanti a visitare i luoghi dove è nato il Santo, dove ha abitato e dove è cresciuto, visitando San Damiano, San Rufino, attraversando le strade e i vicoli e passando per la Chiesa nuova, facendo poi visita alla chiesa di Santa Maria Maggiore e di Santa Chiara. La visita è terminata alla basilica superiore, dove si è celebrata la messa. Nell’omelia, don Alessio Albertini ha sottolineato l’esperienza bella e straordinaria di incontrare Francesco, dove ha abitato, e dove gli è cambiata la vita. Hanno concelebrato la messa mons. Vittorio Peri, ex consulente ecclesiastico nazionale del Csi, don Pietro Adani, consulente del Csi Emilia Romagna, don Massimiliano Zoccoletti, e don Celestino e don Giacomo Beschi, sacerdote di Pero.

A concludere il meeting il presidente nazionale Massimo Achini, che ha voluto fornire un orientamento per i prossimi anni, segnalando che siamo una realtà grande, complessa, e allo stesso tempo una delle realtà più significative del nostro Paese. “Non dobbiamo farne uno slogan – ha detto – ma semplicemente attuarlo sul campo. Giocando magari con la difesa alta, spesso dalla metà campo in avanti, sapendo certamente che si possono prendere dei goal in contropiede. Quali le strategie possibili? È importante avere chiara la consapevolezza profonda del nostro valore. Nello sport capire il proprio valore è fondamentale. Con umiltà, ma con altrettanta consapevolezza, posso dirvi che chi ci guarda da fuori, sia esso il mondo dello sport o il mondo della Chiesa, ha la considerazione di vedere un’associazione che vale tanto. Perciò siamo chiamati a giocare nell’eccellenza dello sport del nostro Paese. È quella dell’apertura, di un Csi aperto al mondo, ai giovani, ai deboli, alle periferie e a tutti, non stando fermo, ma spalancando frontiere possibili e inimmaginabili, come recentemente fatto alla Mensa dei poveri, o con la Nazionale amputati, reduce dal Mondiale di calcio in Messico. Proseguiamo a ‘contaminare’ lo sport. Sappiamo di andare a giocare una partita dura, dove c’è forse un pizzico di paura di perdere, ma non abbiamo certo le gambe che tremano”. Infine prendendo spunto dalla figura di Francesco e dal Crocifisso di San Damiano, sempre presente sul palco assisano: “Se il Csi impara, come Francesco, a guardare i sogni, l’unicità delle persone che si incontrano, credo che ciò voglia dire giocare in attacco con semplicità e con le potenzialità che oggi questa associazione ha”.

Assisi non è luogo di semplici dibattiti e riunioni; il Csi è come una grande famiglia, un punto di incontro e ritrovo con vecchi amici. Il meeting di Assisi ne è la prova: l’accoglienza della città e il calore delle persone ti proiettano in un mondo ricco di quei valori che ti insegnano a donarti per gli altri, come san Francesco faceva per i poveri.

AUTORE: F. N.