Sono tornati in Italia da una quindicina di giorni i 38 pellegrini che hanno partecipato, con il vescovo mons. Domenico Cancian, al secondo pellegrinaggio in Terra Santa organizzato in questo Anno della fede.
Dai loro racconti la cronaca della settimana passata nei luoghi del Signore. Ci hanno parlato dei giorni trascorsi alloggiando a Nazareth. Da lì il gruppo, guidato con competenza da don Paolo Giulietti, si è spostato al monte Tabor, ad Acri, a Cana, al lago di Tiberiade, a Cafarnao e in tutti quei luoghi dove Gesù è passato e ha annunciato il Vangelo.
Da subito – ci è stato detto – “abbiamo goduto le belle liturgie in tutti i luoghi così carichi di storia e di spiritualità”. Da sottolineare la messa celebrata davanti alla grotta dell’Annunciazione, a Nazareth, alle 7 del mattino. Da Nazareth il gruppo si è spostato a Gerusalemme, non senza fare sosta a Qumran. In pieno deserto, nei pressi del monastero dedicato a San Giorgio, mons. Cancian ha celebrato la messa. Una esperienza unica e irripetibile. Nelle mani del Vescovo i pellegrini hanno potuto rinnovare le promesse battesimali presso Qasr el Yahud.
Arrivati a Gerusalemme, da subito è stato forte il contrasto tra la Città santa e Nazareth, tra quella regione e la Galilea. Gerusalemme e Betlemme sono i due luoghi fondamentali della fede cristiana.
Oltre ai luoghi santi i pellegrini tifernati hanno potuto incontrare il Patriarca latino di Gerusalemme, Fouad Twal. Il presule ha aperto le porte della propria residenza gerosolimitana e si è intrattenuto fraternamente con tutti i presenti.
I partecipanti hanno potuto condividere un po’ del tempo del pellegrinaggio con don Mario Cornioli, sacerdote nato a Sansepolcro che da anni svolge il proprio ministero in Terra Santa. “Abuna Mario”, così si chiama il prete in Palestina, è stato la guida che li ha condotti a visitare la casa di accoglienza di bambini “Hogar niño Dios” che a Betlemme accoglie una ventina di bambini disabili gravi. La casa di accoglienza, retta dalle suore argentine del Verbo Incarnato, si mantiene solo grazie alla Provvidenza, che ogni giorno non manca.
Ascoltando le voci dei pellegrini abbiamo raccolto l’entusiasmo perché si è trattato di un vero e proprio pellegrinaggio della fede. In tanti non avevano mai visitato quei luoghi. Tanti hanno provato un sussulto e una provocazione nel calpestare la terra di Gesù. Tanti sono tornati con un unico desiderio: tornare in Terra Santa per ascoltare la voce del Signore che ancora parla in quei luoghi in un modo del tutto particolare.