Eugubini e gualdesi avevano già una lunga esperienza di lavoro nelle miniere di carbone e lignite, quando fra il 1951 e il 1952 prese corpo la Comunità europea del carbone e dell’acciaio tra Francia, Italia, Repubblica Federale di Germania, Belgio, Olanda e Lussemburgo.
Già a cavallo tra Ottocento e Novecento centinaia di persone erano emigrate alla volta della East Coast statunitense, in particolare nella zona di Jessup e dintorni, centri di estrazione dei combustibili fossili che rifornivano la metropoli newyorkese.
Emigrati nella “mina” (in miniera)
Nel 1910, poi, proprio sul confine tra Gubbio e Gualdo Tadino era stata aperta la miniera di lignite a Branca, che fino al 1948 occupò in media circa 500 uomini e che quindi garantiva la sopravvivenza di 3000 famiglie. I sacrifici della vita del minatore non erano dunque sconosciuti a gualdesi ed eugubini che, nel secondo dopoguerra, appena chiusa la miniera di Branca, cominciarono ad alimentare il flusso di emigranti diretti nella fascia mineraria che dal confine franco-tedesco sale verso i Paesi Bassi.
Solo a Gubbio si stimano circa 2000-2500 lavoratori diretti all’estero fra il 1945 e il 1970, partiti – in particolare – alla volta del Lussemburgo. L’estrazione della lignite, incentivata durante la seconda Guerra mondiale, non era più competitiva di fronte al carbone che arrivava dal Belgio e dagli altri territori della zona. Non ci sono dati o ricerche dettagliate in proposito, ma si può senz’altro azzardare un collegamento fra il trattato istitutivo della Ceca e i flussi migratori dall’alta Umbria verso il nord Europa.
Se i tifernati in quegli anni preferivano ancora l’agricoltura, tanto da trasferirsi in massa in Costa Azzurra per dedicarsi all’orticoltura e alla floricoltura, i minatori eugubini e gualdesi che si trovarono senza il lavoro a Branca decisero di tentare la fortuna nei cunicoli del Belgio e del Lussemburgo.
Italiani all’estero
Iniziava così la “catena umana” del passaparola tra amici e parenti che ha portato fuori dall’Italia migliaia di persone. I dati più aggiornati sui flussi migratori si riferiscono all’anno 2000 e sono stati elaborati nell’undicesimo rapporto della Caritas sull’immigrazione. In passato dal nord e dal centro Italia si partiva in prevalenza per l’America Latina, dal Meridione per l’Europa e gli Usa.
Oggi i grandi paesi di insediamento dei cittadini italiani all’estero sono la Germania con 700.000 persone, l’Argentina e la Svizzera con 600.000, la Francia con 400.000, il Belgio con 300.000 e gli Stati Uniti con 200.000.
I nuclei familiari in media sono composti da due membri, in prevalenza anziani. Ogni 100 italiani rimasti in patria, ve ne sono altri 7 che vivono all’estero (4 milioni in tutto) e in buona parte (40%) sono originari del Nord e Centro Italia.
Secondo i dati incrociati dell’Anagrafe degli italiani residenti all’estero, gestita dal ministero dell’Interno, e dell’anagrafe consolare, a fronte di 835 mila residenti in Umbria ci sono quasi 40 mila cittadini che si trovano fuori dalla regione (il 4,3 per cento), con quasi 14 mila persone residenti in Francia, il paese ‘preferito’ dagli umbri.
La protesta per la doppia tassazione delle pensioni
Per molti di loro, in particolare per i minatori dell’eugubino-gualdese, i tanti anni di lavoro e di sacrificio non hanno portato oggi alla tranquillità di una giusta e meritata posizione pensionistica. Da mesi si parla di riformare il meccanismo che grava le pensioni dei lavoratori italiani emigrati di una doppia tassazione, ma il Governo non è riuscito a risolvere il problema nonostante la disponibilità mostrata dal ministro Tremaglia. Sono, in particolare, i deputati Giulietti e Benvenuto a sollecitare la soluzione di un problema che in tutta Italia riguarda circa un milione e 800 mila persone. Il Governo ha ritenuto di varare una sanatoria per chi ha esportato illecitamente grandi capitali all’esterno, ma la doppia tassazione sulle pensioni degli emigranti è tuttora in vigore. Per questo a Gubbio e Gualdo Tadino si raccolgono ancora le firme per chiedere provvedimenti urgenti su questa materia.
A Gualdo Tadino è in allestimento il museo regionale dell’emigrazione, dal cui sito (www.emigrazione.it) è tratta la foto.