Il ruolo di presidente della Provincia, umbra o meno, assume sempre più le sembianze di un liquidatore: personale da mandare in pensione o da assegnare al Comuni o a uffici giudiziari, cercando una sponda nel Governo centrale per la copertura dei costi. Intanto la Provincia di Perugia non finanzierà manifestazioni culturali, a cominciare da Umbria Jazz, e ha messo anche all’asta i cavalli e perfino le selle.
Sono giorni di tensione e passione per futuro dei dipendenti delle Province. Molti potrebbero essere diretti verso gli uffici giudiziari, considerati anche i “vuoti abnormi” di pe
rsonale amministrativo denunciati dal presidente della corte d’Appello di Perugia, Wladimiro De Nunzio, alla cerimonia d’inaugurazione dell’anno giudiziario.
Mancano 139 dipendenti negli uffici giudiziari umbri, che non possono di certo essere ‘sanati’ dal primo avviso di procedura di mobilità volontaria del personale della pubblica amministrazione, emanato recentemente, che assegna alle sedi giudiziarie dell’Umbria 18 persone, di cui 6 assegnati al Tribunale di Perugia, 5 al Tribunale di Temi, 4 a quello di Spoleto, una alla Procura di Temi, 1 al giudice di pace di Terni e all’Unep di Perugia. E non bisognerebbe dimenticare che questo personale, trasferito negli uffici giudiziari, dovrebbe essere formato per ricoprire con efficacia questi nuovi incarichi.
Ma qualcosa si muove, nell’incertezza dilagante in tema dei costi di questi ‘traslochi’ che dovrebbero essere tutti a carico dello Stato, e non a metà, come sembrava. L’assessore regionale alle Riforme, Fabio Paparelli, ha annunciato lo sblocco di fondi ‘storici’ verso le Amministrazioni provinciali da parte del ministero dell’Interno.
Il personale delle Province resta però in fibrillazione, così come il sindacato. A questo proposito il presidente della Provincia di Perugia, Nando Mismetti, ha invitato le organizzazioni sindacali “alla collaborazione al dialogo, per superare le eventuali incomprensioni che possono crearsi” dopo che la Rsu ha disertato l’incontro con Paparelli. “Per quanto attiene – ha aggiunto Mismetti – alla rideterminazione della dotazione organica, all’indicazione del personale assegnato alle funzioni proprie e a quello soprannumerario, siamo in attesa di una circolare a livello nazionale che dovrà fornire degli elementi di certezza in più, che oggi non abbiamo”.
A livello regionale, i sindacati ipotizzano in Umbria 102 esuberi su un totale 1.339 dipendenti, mentre, a livello nazionale, le organizzazioni sindacali sottolineano che la bozza di linee-guida esaminata durante la riunione con Governo, Anci e Regioni “fa chiarezza rispetto alle confuse disposizioni della Legge di stabilità, ma mancano risposte sul mantenimento dei servizi e sulla difesa dell’occupazione”.