di Tonio Dell’Olio
“Defender Europe 20” (Difensore dell’Europa 2020) è il nome della più imponente esercitazione militare della Nato che sia stata realizzata negli ultimi 25 anni. Vi partecipano circa 30.000 militari statunitensi e 7.000 di 17 Paesi europei membri, compresa l’Italia.
Di fatto l’operazione è già iniziata con i primi sbarchi dei militari Usa, che sono tra i pochi cittadini d’oltreoceano a cui è stato permesso di raggiungere l’Europa, mentre sono stati sospesi i voli da e per Milano, e in Italia in particolare si può venire solo per comprovate necessità. Scopo dell’esercitazione – che si protrarrà fino a maggio inoltrato – è provare il sistema di difesa dell’intero territorio europeo da un ipotetico attacco.
Non ne parleremmo in questa rubrica se non giudicassimo un paradosso il fatto che, mentre l’Europa e il mondo intero sta cercando faticosamente di far fronte alla più disastrosa epidemia dei tempi moderni, i Governi dei Paesi Nato consentano di investire fiumi di denaro per testare una difesa contro l’ipotesi remota di un attacco.
A questo proposito, poi, anche se interrogati, nessuno dei responsabili si pronuncia sui costi dell’operazione. Appare urgente ridefinire il senso e il significato della difesa (da chi e da che cosa?) e della sicurezza. Sono secoli che siamo concentrati nella difesa dagli attacchi armati, mentre le nostre vite sono minacciate da malattie e povertà, da diritti violati e istruzione insufficiente.