Nonostante che sia stato preso il tiranno dell’Iraq, il periodo natalizio che stiamo vivendo non è dei più sereni e tranquilli. Notizie vicine e lontane paiono dello stesso tenore. Se lontano si muore per terrorismo e bombe, qui si muore di incidenti (sette persone su una delle nostre strade umbre a Ponte Rio di Valtopina il 19 scorso). La notizia che l’Europa ha fallito il vertice dei capi di stato e di Governo è rimpiazzata dall’altra riportata dai quotidiani del 20 scorso secondo cui nel ventre dell’Europa si sarebbero installati 4 mila gruppi criminali con un complesso di oltre 40 mila affiliati. In Europa e in Italia si muore anche di freddo (alcuni mesi fa si moriva di caldo: ricordate la Francia?) e così i barboni che aumentano di numero fanno notizia. Uno di questi ha fatto notizia più degli altri. È salito all’onore delle prime pagine perché si è messo in mezzo a difendere un gruppetto di cinque ragazze timide nel momento in cui venivano aggredite da due giovinastri intenzionate a rapinarle. Ha avuto il torto di impicciarsi dei fatti degli altri e si è beccato una stangata in testa che lo ha steso in fin di vita. Il barbone si chiama Natale. Non so se ci sia da fare dei riferimenti simbolici. Si potrebbe dire: povero Natale, stai buono in un cantuccio caldo e non immischiarti, non prendere posizione, fa finta di non vedere e di non sentire, così magari qualcuno ti darà pure un euro o cinquanta centesimi, altrimenti ti prendi un botta in testa che potrebbe farti male, anzi potrebbe persino farti fuori. In senso simbolico potrebbe provarci a farti fuori quel tale che si chiama Smith, pur essendo cittadino italiano, e si professa musulmano, anche se pare tutto meno che un ‘arreso a Dio’, visto che ha gettato un crocifisso dalla finestra dell’ospedale dove era ricoverata sua madre. Povera donna! Dopo il crocifisso potrebbe provarci anche con il bambinello. A proposito l’Osservatore romano esclama ‘Ormai è insopportabile: chi deve provvedere? (17 dicembre). Ma il Natale e l’Epifania, con i suoi fantastici Magi, non si fermeranno e contro ogni descrizione ed elencazione delle cose negative che sono presenti nel mondo, come si diceva, vicino e lontano, continueranno ad essere celebrati da chi crede e anche da chi è dubbioso o non credente, perché è l’unico mezzo che ci permette di non cedere alla tentazione della resa. Solo un avvertimento. Non basta celebrare, si deve vivere il rito come un fatto di vita che sprizza dalle sorgenti della coscienza e della riflessione e si traduce in responsabilità. Qualcuno vorrebbe che anche il nostro Natale, il Natale cristiano sia languido e dolce come una Ninna nanna cantata ai bambini per farli addormentare. Ma se vuol resistere, come ha fatto fino ad oggi, Natale deve fare come il barbone, essere, attivo, reattivo, operoso, anche a rischio di prendere qualche botta in testa. È il nostro augurio ai lettori, non per le eventuali botte, ma per la responsabilità verso gli altri, che anche noi, con questo giornale cerchiamo di assumere. Auguri!
Natale fa notizia
AUTORE:
di Elio Bromuri