‘Ma che ti sei messo in testa?! Ma a chi vuoi fare lezione?!”. Interrogativi del genere già motu proprio stavano risalendo in me dallo scantinato del subconscio al pianterreno della coscienza etica, quando un amico sincero è intervento, sincero e anche spregiudicato, o forse anche maleducato, e li ha presi per il collo, quegli interrogativi, e li ha tirati su, prima al pianterreno della coscienza etica, poi al primo piano della coscienza cristiana; e adesso essi sono lì, quasi in cima alla scala, in parte minacciosi, in parte irridenti. M’ha rampognato, l’anonimo amico ‘Ma che ti sei messo in testa?! Ma a chi vuoi fare lezione?! Nelle tue flebili abat jour tu racconti le tue piccole esperienze di prete marginale come se esse potessero assurgere a paradigmi della Chiesa universale”. Mi sono stretto nelle spalle. “Torna ad essere nelle tue abat jour quello che sei sempre stato: un balbuziente che dopo cena confida a quattro amici quattro micropensieri fatti a mano!”. Infine: ‘Con tutto il rispetto per sant’Ubaldo, tu sei troppo mediocre per proporre alle Chiese sante di Dio che sono in Umbria quel tuo Nosh, Nullum oratorium sine hpospitio; sei troppo spiritualmente piccolo per permetterti di avanzare ai Tuoi Pastori e ai Legittimi Rappresentanti della Carità Organizzata e Autorizzata proposte del genere!”. A questo punto mi sono ribellato. Eh, no! Non esiste mediocrità talmente mediocre da impedirci di annunciare il Vangelo nella provocatori grandezza di certe sue possibili applicazioni. Se così fosse, noi preti mediocri (e siamo più di qualcuno!) dovremmo subito smettere d predicare. ‘Ma quando parlo della virtù, parlo del mio ideale, non di me stesso!!”, diceva il buon Seneca morale. Capita a volte che un mediocre si trovi a proporre delle prospettive che sembrerebbero negate alla sua piccola statura. Ebbene, anche in quel caso egli merita di essere preso sul serio, perché lo Spirito soffia davvero dove vuole. Quando un’asina educa il profeta: così, assumendo come emblematica la vicenda biblica dell’antico Balaam, il Cnca di don Albanesi titolò nel 2000 un aureo libretto, la riflessione corale sul proprio essere Chiesa. Sul retro della medaglia che celebra i nostri santi, da Francesco a Vincenzo De’ Paoli, da Madre Teresa a Vittorio Trancanelli, non c’è scritto: ‘Voi mediocri limitatevi a coltivare l’orticello delle vostre mediocrità”. C’è scritto: ‘Salite sulle nostre spalle!” Sulle loro spalle: è l’éscamotage che i nani hanno da sempre utilizzato per agire da giganti. È così che conserva il diritto di proposta anche chi dopo cena non promuove veglie di preghiera, ma nel mesto ricordo dell’Inter di Helenio, Picchi e Facchetti, segue in Tv, soffrendo, le vicende dell’Inter di Paperone Moratti e di Paperino Mancini. E sarebbe tentato di farlo con il rosario in mano.