Ai tempi del loro trionfo elettorale, ebbi un lieve moto di compiacimento: sarebbe stato uno svegliarino, maleducato e volgare come lo voleva Beppe Grillo, ma tale da costringere le tradizionali forze politiche a svegliarsi. Parlo sia dei cinquestelle che della Lega. Una puntina di simpatia nei loro confronti l’ho provata, inizialmente, appena una puntina.
Poi però… come si fanno a mantenere buoni sentimenti verso Di Maio, che annuncia di volere dar vita alla Quarta Repubblica, e Giampierino Mughini ha tutte le ragioni per dargli del bambolotto. Come si fa, quando Salvini rimette in circolo quel “me ne frego” di pessima memoria, al quale il “mio” Don Milani contrappose l’immortale tavoletta che tuttora è in bella vista sulla parete grande della scuola di Barbiana, con su scritto I care, “mi sta a cuore”, tutto.
Sfumata l’iniziale simpatia nei loro confronti, in questi giorni di trattative con l’Unione europea, che oscillano fra il grottesco e l’assurdo, mi domando: ma qual è il loro peccato capitale? E penso che sia la mancanza del senso delle proporzioni, vissuta alla Paolo Villaggio. Ricordate? Quando Fantozzi decideva di rinnovare il proprio guardaroba intimo, esagerava sempre, e si ritrovava puntualmente imbracato in monumentali mutande ascellari (il neologismo è suo) che tenevano caldo sia il corpo del titolare che il sarcasmo dei suoi critici.
“Io la smonto pezzo per pezzo”: la faccia da meccanico d’officina ce l’ha, il Salvini che parla della legge Fornero. Prenderà per il fondo schiena il nostro sistema pensionistico e al suo interno isolerà la legge Fornero; poi entrerà in azione il cacciavite elettronico.
Già, ma il nostro sistema pensionistico che fine farà? In vita mia ho avuto prima una 500 Fiat (PG 58688), poi un’altra 500 Fiat, poi ancora una Fiat 850, poi una Citroën Dyane, poi una Citroën Visa, poi una Peugeot 205, poi una Peugeot 505, poi una Citroën CX che consumava un litro d’olio ogni 500 km, poi una Citroën BX, poi una Panda con la pleurite, infine oggi circolo su una nuova Panda a metano, l’unica sopravvissuta: tutte le altre, smontate pezzo per pezzo da bravi meccanici, anche se non muscolosi (lui dice “palestrati”) come Salvini, sono finite dallo sfasciacarrozze.
Sarà questa la fine anche del nostro sistema pensionistico? Dallo sfasciacarrozze? Per fortuna su questo tema non parla solo Salvini, parla anche Tito Boeri, e il cor si riconforta: ai giorni nostri la ragione politica vacilla, ma non è ancora morta. E parla la stessa Elsa Fornero: con una dignità, un senso della misura, una precisione di dati che ai nuovi padroni del vapore difettano del tutto. Il pericolo che essi corrono è che le mutande ascellari si trasformino in un una camicia di forza.