Dal 28 dicembre 2000 al 1’gennaio 2001 andrà in scena ad Orvieto l’ottava edizione di Umbria Jazz Winter, cinque giorni di buona musica nello scenario di una delle più belle, storiche e nobili città dell’Umbria. Una manifestazione, quella orvietana, che si è ritagliata un posto molto particolare nel panorama dello spettacolo italiano e del jazz. Merito della formula che, come del resto accade per la sorella “maggiore” che si svolge in estate a Perugia, coniuga turismo, cultura e musica.Orvieto in questi cinque giorni offre suoni intriganti ad ogni ora del giorno fino a tarda notte, con due appuntamenti centrali: il cenone di fine anno ed il concerto della pace con i cantanti di gospel nel magnifico Duomo il pomeriggio di Capodanno. Il resto è da cercare nei concerti serali sul palcoscenico del bel teatro Mancinelli, nei quattro locali aperti “round midnight”, nei jazz brunch e nei jazz dinner al ristorante San Francesco (parte di un antico complesso francescano), negli appuntamenti di mezzogiorno o pomeridiani di Palazzo del Popolo. Ma veniamo a presentare brevemente quello che sarà il cartellone di questo fine millennio. Il tango e il jazzSono due generi americani per eccellenza, lontani per geografia ma vicini per motivazioni esistenziali e spesso intrecciati fra loro. Ad Orvieto Umbria Jazz ripropone in versione integrale (manca solo Gary Burton) un progetto ambizioso ed articolato che lo scorso giugno ha riscosso un grande successo alla Carnegie Hall di New York. Al centro del progetto c’è il Quintet for new tango condotto da Pablo Ziegler. Ma ci saranno anche una serie di ospiti molto speciali che sono la cantante Julia Zenko, i sassofonisti Joe Lovano e Paquito D’Rivera ed il fisarmonicista francese Richard Galliano. Il cast delle due serate prevede anche i danzatori di “Forever Tango” e “Tango Argentino” di scena a Broadway. Il jazzInnanzi tutto la Gil Evans band, erede, in formazione più ridotta, della celebre orchestra che lasciò anche a Umbria Jazz una traccia indelebile dell’arte del band leader compositore-arrangiatore canadese. Una formazione ridotta a nove elementi ma gli uomini più importanti ci sono tutti o quasi. Ed ancora: un pugno di solisti fra i più significativi della scena del jazz contemporaneo: Richard Galliano, Greg Osby, Joe Lovano, Mark Shim, Jason Moran. Saranno ascoltati con i loro gruppi ma anche in situazioni diverse, come è tradizione di Umbria Jazz Winter che ripropone contesti per così dire “alternativi” a quelli più consueti. Gli italianiAd Orvieto il jazz tricolore è stato sempre ben rappresentato, tanto che i nostri musicisti risultarono spesso fra i protagonisti assoluti dei vari programmi. L’ottava edizione di UJ Winter non è da meno: un trio pianistico di valore assoluto, con pochi rivali in Europa, tanto da chiamarsi senza presunzione The trio, ovvero Giovanni Tommaso, Roberto Gatto e Stefano Bollani; il quartetto del sassofonista Pietro Tonolo, uno dei musicisti più esperti ma anche più freschi ed ispirati; il quartetto del sassofonista Rosario Giuliani, che resta una delle più belle sorprese degli ultimi anni, segno di una grande vitalità del movimento jazzistico italiano. La musica neraSe è vero che Orvieto è un festival per intenditori, non mancano occasioni di intrattenimento con artisti e generi più popolari. E’ il caso del gospel rappresentato quest’ anno da New Orleans Spiritualettes, del blues che ci porta un’autentica leggenda come Linda Hopkins, del Rhythm ‘n’ blues come la band di Walter Wolfman Washington.
Musica di fine millennio: Umbria jazz winter
A Orvieto l'VIII edizione dal 28 dicembre al 1'gennaio
AUTORE:
Francesco Locatelli