Mostra del tartufo: una vera festa di prodotti tipici

Grande partecipazione di pubblico per il convegno sulle norme di prevenzione sulla Bse

Domenica 25 febbraio Norcia ha visto una buona partecipazione di gente, che ha voluto anche quest’anno partecipare alla grande Kermesse del tartufo e dei prodotti tipici: abbiamo visto pullman provenienti da Roma, da varie parti dell’Umbria e delle Marche. Purtroppo una pioggia abbondante e dispettosa ha in parte rovinato la manifestazione, che si era aperta sotto i migliori auspici venerdi 23. Una vera festa di prodotti tipici, che andava dalle celebri cascate di salsicce e di prosciutti alle mortadelle giganti, dai gustosi assaggi di tartine al miele alle degustazioni di bruschette al tartufo. Sulla città aleggiavano, miscellandosi, i profumi forti del pecorino, del tartufo e degli insaccati. Le persone, tutte rigorosamente sotto gli ombrelli, tenevamo in mano buste ricolme di tante amene preziosità culinarie. Poi, nel tardo pomeriggio, è scesa la prima neve invernale, che ha guastato la grande festa popolare. Questa assoluta novità dopo mesi di temperature miti non ha tuttavia sminuito l’importanza della manifestazione, che intende essere ed è uno strumento promozionale di tutto il territorio. Nei tre giorni della XXXVIII edizione della Mostra mercato internazionale del Tartufo nero pregiato di Norcia e dei prodotti tipici ci sono stati momenti importanti di riflessione e di confronto su temi di particolare interesse. VENERDÈ 23 FEBBRAIO”Un successo superiore alle aspettative ha riscosso il convegno nazionale a cura della direzione della sanità e servizi sociali della Regione dell’Umbria sugli Aspetti normativi e sorveglianza epidemiologica e della Bse e misure di prevenzione, svoltosi nella sala dei Quaranta del palazzo comunale. Dopo il saluto del sindaco di Norcia, Alberto Naticchioni, e di Alviero Moretti, presidente della Camera di commercio, hanno parlato il dott. Gonario Guaitini, responsabile regionale di prevenzione e di sanità pubblica; Guido Petracca dell’Istituto zooprofilattica sperimentale dell’Umbria e Giuliano Bibi, dirigente dell’assessorato all’agricoltura della Regione Umbria, che hanno trattato le misure di protezione del settore bovino, il ruolo dell’anagrafe zootecnica e i sistemi di tracciabilità da seguire. Sono stati passati in rassegna da Ubaldo Rosati dell’Associazione produttori zootecnici Umbri, da Stefano Mengoli del consorsio di carni bovine italiane e da Guerrino Giorgetti dell’Ispettorato Repressioni Frodi l’etichettatura della carne bovina Umbra e il rigido controllo sui marchi. Sui temi dell’allevamento bovino in Umbria e del mercato delle carni, della distribuzione e commercializzazione della carne bovina, della macellazione e del confezionamento della carne ha trattato con competenza Fausto Luchetti dell’Associazione provinciale allevatori. Ha fatto seguito un interessante dibattito, moderatore Angelo Gamberini. Le conclusioni sono state di Gianpiero Bocci assessore all’Agricoltura. Durante il dibattito è stato sottolineato il rigore con cui in Umbria viene etichettata la carne bovina a difesa del consumatore e nello stesso tempo sono state spiegate tutte le fasi della vita dell’animale, controllate da personale specializzato. SABATO 24 FEBBRAIOAlle ore 10,00 c’è stato invece un convegno organizzato dalla Comunità montana Valnerina, durante il quale è stato presentato il Piano di sviluppo Socio-economico per la Valnerina. Oltre al sindato Naticchioni e al presidente della stessa Comunità montana, Luciano Palazzeschi, erano presenti il Presidente di sviluppo Umbria Calogero Alessi, il Segretario dell’Uncem nazionale, Bruno Cavini, l’assessore provinciale allo Sviluppo economico e al turismo, Alfredo Andreani, e l’Assessore Regionale alla programmazione economica e finanziaria, Marina Sereni. “il Piano – ha detto il Presidenti Palazzeschi – vuole essere uno strumento nella programmazione economica e sociale della Valnerina, uno stimolo per stringere i rapporti con tutte le istituzioni che la governano e una opportunità straordinaria per dare voce alle esigenze concrete direttamente espresse dalla popolazione locale. La grande novità va ricercata proprio nella messa a frutto delle esperienze, le professionalità, le conoscenze e le capacità interpretative reperibili nell’area. Le linee guida del Piano riguardano la qualità dell’ambiente, la competività e la qualità dei servizi e della vita. Per la loro realizzazione finora sono stati raccolti 177 progetti legati da un indirizzo comune, nei quali si inquadrano azioni volte alla manutenzione e alla sicurezza del territorio, azioni specifiche come la creazione di aree produttive al servizio non più di un singolo comune, ma della Valle del Nera nella sua interezza e azioni tese all’integrazione dei diversi servizi sociali, sanitari e scolastici in primo luogo”. Le risorse sulle quali si dovrà puntare per l’attuazione del Piano riguardano l’insieme ambientale, ricco di emergenze naturalistiche, culturali, storiche ed architettoniche. Risorse da valorizzare saranno i prodotti di pregio qualitativo come le erbe officinali, lo zafferano e il tartufo, quest’ultimo sempre più incisivo sugli aspetti economici, agrari, forestali, idrogeologici ed ambientali del territorio e quindi sempre più strategico nello sviluppo delle aree forestali e rurali. Dei risultati e delle prospettive legati all’incremento della produzione tartuficola si è parlato nel corso di una tavola rotonda, avviata dall’Istituto sperimentale per la selvicoltura di Arezzo, svoltasi nel pomeriggio del 24. Coltivare i tartufi, grazie al loro elevato valore gastronomico e commerciale, è sempre stata l’aspirazione dei ricercatori e dei tartufai. Ad essi vengono incontro le ricerche fatte sulla biologia dei tartufi e delle piante simbiotiche, attraverso le quali si potrà aumentarne la produzione.DOMENICA 25 FEBBRAIONella giornata c’è stato l’incontro fra tutte le Provincie dell’Appennino Centrale, interessate al Progetto Ape ( Appennino Parco d’Europa ), organizzato da Legambiente e Ministero per l’Ambiente. Nel complesso monumentale di S. Francesco si è potuto ammirare, in occasione della III settimana nazionale per la Cultura, la mostra documentaria “Norcia nuova. Trasformazioni urbanistiche dopo il terremoto del 1859”, che ha avuto lo scopo di far ripercorrere attraverso la suggestione d’immagini e documenti, il mutamento della struttura urbanistica della città dopo il rovinoso terremoto del 1859 e l’annessione al Regno d’Italia del 1860. Ora che questa vetrina si è chiusa, la vita continua nella sua quotidianeità, fatta di lavoro, di impegni, di attese. La manifestazione è stata come il ‘la’ all’ormai prossima attività turistica, che non è mai un pacchetto già bello e confezionato ma che richiede inventiva, ricerca, impegno pubblico e privato. Nonostante il cattivo tempo , che ne ha penalizzato il pieno sviluppo, la Mostra Mercato ha segnato da una parte un momento di riflessione e dall’altra la soddisfazione di vedere come una piccola terra riesce a produrre e a crescere anno dopo anno.

AUTORE: Antonella FranceschiniGianfranco Flamini