Sostenere l’attività della scuola e dei sei asili costruiti nella baraccopoli di Chimbote, in Perù, dai volontari dell’Operazione Mato Grosso: è l’obiettivo della gara di solidarietà promossa dagli oratori di Città di Castello che hanno allestito nel centro storico una mostra
mercato di bigiotteria e accessori vintage per una raccolta di beneficenza, il cui ricavato sarà interamente destinato a garantire un’istruzione ai circa 300 bambini iscritti nei sei asili e ai circa mille studenti che arriveranno a frequentare la scuola, non appena sarà stato completato il ciclo di studi appena avviato.
Mostra sulla realtà di Chimbote
L’esposizione è stata aperta in un locale all’incrocio tra via Santo Stefano e via della Braccina, offre l’opportunità ai visitatori anche di conoscere la realtà di Chimbote, attraverso immagini e filmati che mostrano l’attività delle strutture educative. A condividere le finalità dell’iniziativa sono stati sabato mattina il sindaco Luca Secondi e il vescovo monsignor Domenico Cancian, che si sono ritrovati insieme alla promotrice Sandra Topi, da vent’anni impegnata nel volontariato in Perù dove attualmente si occupa di una scuola nelle Ande, e a Pina Giogli, presidente dell’Oratorio don Bosco, per scoprire l’esperienza di cui sono protagonisti i volontari dell’Operazione Mato Grosso insieme a padre Armando Zappa, sacerdote nelle baraccopoli di Chimbote. “Città di Castello è una comunità straordinariamente solidale e da questa iniziativa ci arriva il messaggio potente del lavoro, dell’ impegno, della generosità, dell’anima, con cui tanti volontari della nostra città donano se stessi ogni giorno con l’unico filo conduttore dell’ aiuto nei confronti delle persone bisognose, sia che si trovino vicino a noi, che in un luogo lontano del mondo”, ha commentato il sindaco Secondi, secondo quanto riferisce il Comune. “Quanto i nostri concittadini hanno saputo fare e continuano a fare ogni giorno per aiutare chi è meno fortunato ci onora e ci rende davvero orgogliosi di una missione che è in grado di superare davvero ogni confine”, ha osservato monsignor Cancian.