L’impronta lasciata dal vescovo emerito Goretti ha riscontrato testimonianza in un incontro organizzato nei giorni scorsi dall’Unitre di Assisi. Il presidente Massimo Zubboli, nella sala della Conciliazione più che affollata, si è premurato di offrire un caloroso saluto alla sorella del presule Silvana e ai parenti intervenuti. Dal canto suo il sindaco Ricci ha rimarcato di mons. Goretti lo spirito di accoglienza, la sobrietà, il servizio alla comunità. Una premessa ampliata dall’intervento di mons. Orlando Gori che ha delineato i tratti umani e pastorali del compagno di studi presso il Seminario regionale, da lui stesso nominato vicario generale nel 1996: la capacità relazionale o comunicativa; la laboriosità contraddistinta da studio, preghiera, impegni di lavoro, accoglienza di persone, visite a comunità, celebrazioni liturgiche, partecipazione a convegni e dibattiti; lo spirito di carità dimostrato nella costante attenzione verso l’Istituto Serafico, nella promozione del centro di accoglienza, nella generosa distribuzione di denaro “derivante da risorse personali”. Sono state tra l’altro riferite fasi difficili connotate da preoccupazioni, incomprensioni, ansie legate all’unificazione della diocesi di Assisi con quella di Nocera e Gualdo, alla ristrutturazione delle parrocchie, alla questione delle basiliche recuperate alla giurisdizione episcopale, alla sciagura del terremoto. Proprio sul coinvolgimento del vescovo Goretti al drammatico evento si è soffermato lo storico Francesco Santucci. Le notti trascorse dal Vescovo dentro un’automobile, la prima ospitalità presso il seminario di Santa Tecla, l’accoglienza presso l’oasi del Sacro Cuore, i disagi condivisi con la gente, la sollecitazione ad occuparsi prima delle persone e poi del patrimonio artistico, la catalogazione dei danni variabili da zona a zona, l’immersione nell’opera di ripristino e restauro, i dubbi espressi circa la “tenuta della solidarietà” una volta superata l’emergenza: questo il materiale proposto da Santucci che, esperto archivista, ha intessuto personali ricordi a brani di documentazione. È toccato al vescovo Sorrentino concludere l’appuntamento con una precisa “angolatura”, ovvero con un commento delle dodici lettere pastorali scritte da mons. Goretti, valutabili come “vie aperte” oltre ogni immediatezza storica. “La Chiesa diocesana sta camminando nella direzione da lui indicata”, così ha dichiarato il Vescovo individuando cinque termini fondamentali: la figura di Francesco, la Parola di Dio, la speranza, la pace, l’unità. Le sue intenzioni costituiscono una strategia pastorale valida che va – secondo l’auspicio di mons. Sorrentino – perseguita con convinzione di fronte alle sfide che i tempi continuano ad alimentare e moltiplicare.
Video-biografia
All’organizzazione dell’incontro ha collaborato attivamente – come detto dal presidente dell’Unitre – l’artista Claudio Fronza, autore di un video e di due ritratti ispirati al volto del vescovo emerito Goretti, protagonista delle diocesi per ben 25 anni. Attivo ed operoso, Goretti era animato da un autentico coraggio che lo ha esposto anche a delusioni e incomprensioni, superate dalla sua intensità spirituale: “Ringrazio quanti mi hanno fatto del bene… Ho cercato di amare tutti senza distinzioni…”.