Dopo aver avuto – insieme ai card. Antonelli e Ruini, nel prezioso ed efficace servizio alla Cei – il carico di tutte le Chiese che sono in Italia, finalmente mons. Giuseppe Betori ha una sua diocesi di cui è stato eletto pastore: la prestigiosa cattedra episcopale di Firenze. Lo abbiamo visto nei Convegni ecclesiali, in singole diocesi, in conferenze stampa; noi a Perugia l’abbiamo ascoltato in un’ampia relazione sulla Chiesa oggi e le prospettive del Sinodo diocesano; ha inaugurato corsi di studio e di ricerca, ha firmato articoli di attualità e studi biblici; ha avuto visibilità mediatica di primo piano nelle questioni più delicate e intrigate, sostenendo vivaci polemiche. Tutto questo anche attraversando una fase di malattia, presto felicemente superata. Insomma, un personaggio che, se non fosse anche un caro amico e collega di insegnamento all’Istituto teologico di Assisi, si direbbe oltre la misura normale. Ora non va a riposarsi a Firenze, ma forse si sentirà più a casa sua: avrà una sua comunità, un presbiterio e un laicato che lo potranno non solo vedere e ascoltare di passaggio e per sporadiche occasioni, ma avranno modo di vivergli accanto e di familiarizzare con lui. È infatti capace di amicizia, di ironia, di scherzo, di franchezza di rapporti, oltre ad avere una grande lucidità e una preparazione fuori del comune. Ricordo una sua lectio di tanti anni fa sul racconto della creazione nel Genesi, che aveva il sapore della freschezza e della novità. Queste sue doti sono congiunte a un sano realismo e a una conoscenza senza veli delle persone, di cui sa scrutare capacità e sentimenti. Dal nostro punto di vista, di settimanale cattolico regionale, possiamo dire che abbiamo avuto in lui un sostenitore, oltre che un lettore, non solo come segretario della Cei, ma anche come umbro attento alle dinamiche della nostra regione e all’unità di un progetto pastorale comune per le otto Chiese sorelle. Di un progetto pastorale comune lui stesso è stato promotore e sostenitore negli anni della sua attività in Umbria. Il settimanale, il Seminario, l’Istituto teologico sono segni e strumenti da lui sostenuti per un progetto regionale più ampio di pastorale comune. Continueremo ad averlo amico e a considerarlo di aiuto anche per noi che siamo confinanti con la regione Toscana. E intanto gli rivolgiamo i più fervidi e amichevoli auguri.
Mons. Betori figlio dell’Umbria a Firenze
Il segretario Cei diventa vescovo nel capoluogo toscano
AUTORE:
Elio Bromuri