È andato a Roma a salutare Papa Benedetto XVI, l’arcivescovo Bassetti, insieme ai vertici della Cei; poi alla sera è tornato a Perugia per pregare per il Pontefice insieme ai tanti fedeli radunati in cattedrale. Mons. Bassetti, all’inizio della celebrazione eucaristica per Benedetto XVI, mercoledì sera in cattedrale, ha ricordato sommariamente la figura di Benedetto XVI, la sua forte fede, ricevuta sin da bambino grazie alla sua famiglia, come lui stesso ha sottolineato in alcune occasioni. Un Papa sempre umile, semplice. Il ricordo è andato anche al suo predecessore, Giovanni Paolo II, alle sue parole “spalancate le porte a Cristo”, “non abbiate paura” Grazie! ha concluso mons. Bassetti.
Nell’omelia mons. Gualtiero Bassetti ha detto:
“Carissimi fratelli e sorelle con questa celebrazione eucaristica vogliamo esprimere la nostra vicinanza spirituale e il nostro ringraziamento affettuoso a Papa Benedetto XVI nel momento in cui si conclude il suo ministero. Un ministero straordinario, lo voglio dire subito, che rimarrà nella storia della Chiesa non solamente per il suo atto conclusivo ma per tutto quanto egli ci ha testimoniato, con una fede viva e cristallina, e per tutto quanto ci ha insegnato, con una sapienza altissima, nell’intero arco del suo pontificato”.
“Il gesto di Benedetto XVI – ha proseguito l’Arcivescovo – è, prima di tutto, un grande, grandissimo, atto di fede, a cui tutto il clero e tutti i fedeli devono guardare con viva speranza e gioia piena, senza perdersi in una grigia rassegnazione o nei pensieri contorti di qualche commentatore in cerca di facili sensazionalismi. In secondo luogo, è un vigoroso ed esemplare atto di umiltà che interroga con forza, non solo i fedeli e il clero, ma il mondo intero. Senza dubbio, un gesto controcorrente e intimamente rivoluzionario rispetto alla mentalità di questo mondo… Il Papa, proprio durante quest’Anno della fede, ha mostrato a tutti gli uomini cosa significa abbandonarsi completamente alla volontà di Dio, senza nessun calcolo e senza alcun guadagno per la propria persona”.
Ha quindi così rievocato l’udienza di mercoledì 27 a Roma: “Questa mattina, il Santo Padre ha detto di aver ‘sempre sentito che la barca di Pietro’ non è di proprietà del Papa e neanche della Chiesa ‘ma è Sua’, è di Dio, il quale non ha fatto mai mancare, in ogni momento, a tutta la sua Chiesa, la Sua presenza. Questa certezza ‘che nessuno può offuscare’ rappresenta la nostra bussola di orientamento e la nostra roccia su cui posare le nostre speranze. Cristo è la nostra roccia, e la Chiesa si fonda proprio su questa roccia inscalfibile, e non sulle sabbie mobili di un mondo che appare sempre più frammentato e assopito, in cui la società sembra essere diventata, come disse Paolo VI, quasi insensibile, per non dire diffidente ed ostile, nei riguardi della religione ed anche semplicemente del cristianesimo”.
E mons. Bassetti ha concluso: “Carissimi fratelli e sorelle, laici e consacrati, stringiamoci insieme in preghiera attorno al Santo Padre, consapevoli che il Papa non è certo sceso dalla croce ma, come ha detto proprio questa mattina, resta ‘in modo nuovo presso il Cristo crocifisso’. E con assoluta certezza confidiamo nel Signore, il quale non abbandonerà mai il timone della sua barca, la barca di Pietro, che è la Chiesa, la nostra Chiesa”.
L’udienza del 2011
Il 16 novembre 2011, oltre 4.500 pellegrini della diocesi di Perugia – Città della Pieve si sono recati in udienza da Benedetto XVI. Il folto gruppo era costituito da un centinaio di parrocchie, singoli fedeli, famiglie, gruppi e movimenti ecclesiali, aziende e lavoratori, associazioni, autorità comunali, provinciali e regionali. Alla guida vi erano l’arcivescovo mons. Gualtiero Bassetti insieme all’emerito mons. Giuseppe Chiaretti.
Tutta la Chiesa in conclave
Al termine della veglia mons. Bassetti ha raccontato dell’incontro con un amico cardinale a Roma al quale ha detto: “Pregheremo per voi cardinali che entrate in conclave per eleggere il nuovo Papa, perché siate illuminati dallo Spirito Santo nella scelta della persona giusta”. Il cardinale gli ha replicato: “In conclave ci dobbiamo andare tutti, tutta la Chiesa deve sentirsi chiamata ad esprimere il nuovo Pontefice con la preghiera, noi faremo la nostra parte”. Il vescovo ha aggiunto: “Entrare in conclave in questo tempo di quaresima significa pregare più intensamente e cercare le vie della penitenza e del digiuno. È un tempo di grazia e di conversione”.