“Camminare insieme nello spirito di Assisi” è il titolo del convegno per il “dialogo di uomini e religioni” che si tiene questo weekend (17-18 ottobre) nella città serafica presso il monastero benedettino di San Giuseppe.
L’evento è organizzato dal monastero stesso insieme ad altre comunità italiane, cristiane e non, inclusi organismi di stampo musulmano, induista e buddista. Vi è coinvolto il Dim (Dialogo interreligioso monastico), nato per un’intuizione di Pio XII, e che affronta i diversi temi del rapporto tra religioni nell’ottica di un fenomeno che è “trasversale” per eccellenza fin da epoca antichissima, appunto il monachesimo.
Presentiamo qualche spunto dalla relazione introduttiva di padre Cipriano Carini del monastero di San Giuseppe, incentrata sulla figura di Papa Bergoglio. Fino al 2010, Carini è stato coordinatore nazionale del Dim.
“Lo spirito di Assisi – sottolinea il religioso benedettino – significa: vivere in pace insieme, indipendentemente dalla religione, pur sapendo però che la convivenza e la pace hanno un fondamento religioso. Ai nostri giorni non si può più restare indifferenti, poiché la pace non è più questione di un paesello o di una nazione, ma del mondo intero”. Da questo punto di vista, Papa Francesco è “un’aquila che sa volare alto e vede lontano nella storia dell’umanità di oggi, come dimostra la sua enciclica Laudato si’.
Il dialogo è sempre visto dal Papa come un mezzo per raggiungere insieme delle mete che sono il bene di tutti, come la pace e il rispetto della casa comune, la Terra. Non si tratta quindi di una ‘dottrina’del dialogo, ma di una scuola, una via per l’incontro sociale, politico, economico, religioso. Non un dialogo teorico, anche se teologico, ma pastorale, concreto. Un momento non solo verbale, ma anche gestuale, che ha lo scopo dell’incontro con gli altri per costruire comunione”.
Padre Carini individua tre direzioni di sviluppo per i rapporti tra religioni, e non solo. Anzitutto, un “dialogo totale, aperto. Quando si parla del dialogo nella dottrina e nella vita di Papa Francesco, non ci si può fermare al nostro solito modo di pensare al dialogo, solo dal punto di vista religioso. La sua visione è aperta a tutte le discipline, a tutte le componenti della storia umana, al mondo sociale, alla politica, alla cultura, all’economia, ed è convinto che tutti dobbiamo collaborare per un unico bene dell’umanità. Collaborazione di tutti per un bene di tutti”.
In secondo luogo, la “necessità assoluta di dialogo”. Il Papa presenta infatti “la religione cristiana come la cultura dell’incontro, e i cristiani come sacramenti viventi dell’abbraccio tra la ricchezza divina e la povertà umana”.
Terzo, e tipico del Dim: “il monachesimo come cultura del dialogo”. A questo proposito, nel suo discorso all’Assemblea plenaria del Congresso degli Stati Uniti (24 settembre scorso) il Papa ha presentato quattro personaggi come “deposito delle profonde ‘riserve culturali’ del popolo americano: Abraham Lincoln come sognatore della libertà americana, Martin Luther King sognatore di una libertà senza esclusioni nella pluralità, Dorothy Day come sognatrice della giustizia sociale che rispetta i diritti di ogni persona, e il monaco Thomas Merton come sognatore della fraternità universale”.
Padre Carini termina elencando i quattro livelli dei rapporti interreligiosi: il dialogo della vita, in cui le persone si sforzano di vivere in uno spirito di apertura e cordialità; il dialogo delle opere, in cui cristiani e credenti di altre fedi collaborano per il bene comune; il dialogo degli scambi teologici, in cui gli specialisti cercano di approfondire la loro comprensione delle rispettive tradizioni religiose; il dialogo dell’esperienza religiosa, condividendo la rispettiva ricchezza spirituale per quanto riguarda la preghiera, la contemplazione, la fede e i vari modi di conoscere Dio o l’Assoluto.
Per finire: “Dopo questi due giorni nel monastero benedettino di San Giuseppe, sul tema dello spirito di Assisi seguiranno, dal 26 al 28 di questo mese, altri incontri dallo stesso titolo, a nome della diocesi di Assisi. Lo spirito di Assisi conduca l’umanità intera a essere una fraternità piena di amore e di gioia, e stimoli le comunità monastiche a esserne il lievito!”.
GLI INTERVENTI
ASSISI, monastero di San Giuseppe
Sabato 17 ottobre
Ore 10 introduzione: mons. Sorrentino, madre Mariangela Yator, Bruno Portigliatti
Ore 11 padre Cipriano Carini
Ore 11.30 Fausto Taiten Guareschi, monastero zen di Salsomaggiore
Ore 12.15 Gianluigi Nicola, associazione “Teilhard de Chardin”
Ore 15 padre Silvestro Bejan, Centro francescano per il dialogo
Ore 15.30 Yahya Pallavicini del Coreis
Domenica 18 ottobre
Ore 9.30 suor Maria Grazia Conti, monastero di San Biagio, Mondovì
Ore 10 don Luigi Berzano, Università di Torino
Ore 10.45 Swamini Shuddhananda Giri, Unione buddhista italiana
Ore 11.15 Luigi De Salvia, Religions for Peace
Stiamo dialogando, non c’è alcun dubbio!