Ho avuto la grazia di partecipare al II Congresso mondiale della Divina Misericordia che si è celebrato a Cracovia nei giorni 1-5 ottobre 2011. Aveva come tema “Misericordia, fonte di speranza”. Il primo congresso aveva avuto luogo a Roma nei giorni 2-6 aprile 2008 su iniziativa del cardinale C. Schönborn e altri cardinali che si proponevano di approfondire il tema della misericordia, tema centrale nel magistero del beato Giovanni Paolo II e della santa suor Faustina Kowalska, apostola della Divina Misericordia, morta il 5 ottobre 1938 e canonizzata durante il giubileo del 2000. Ecco alcune annotazioni su questo evento.
Primo. Dal punto di vista storico-geografico balza agli occhi una provvidenziale coincidenza. Qualche anno prima della Seconda guerra mondiale, a Cracovia, suor Faustina si sente ispirata a far conoscere al mondo la Divina Misericordia e a confidare in Gesù misericordioso. Il giovane Wojtyla vive a Cracovia come studente, come lavoratore, come seminarista, sacerdote e poi come arcivescovo. Molto spesso si viene a trovare nei luoghi di suor Faustina e ne approfondisce il messaggio, come lui stesso racconta nel testo autobiografico Dono e mistero. Non molto lontano da Cracovia altri due luoghi molto significativi: il grande santuario di Jasna Góra (Madonna di Czestochowa) e il campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau, dove furono deportati ebrei e altre migliaia di persone, e circa un milione furono sterminate. Wojtyla vive la tragedia da vicino. Nell’omelia della canonizzazione di santa Faustina, Giovanni Paolo II disse: “Dalla divina Provvidenza la vita di questa umile figlia della Polonia è stata completamente legata alla storia del XX secolo, il secolo che ci siamo appena lasciati alle spalle. È, infatti, tra la Prima e la Seconda guerra mondiale che Cristo le ha affidato il suo messaggio di misericordia. Coloro che ricordano, che furono testimoni e partecipi degli eventi di quegli anni e delle orribili sofferenze che ne derivarono per milioni di uomini, sanno bene quanto il messaggio della misericordia fosse necessario” (30 aprile 2000). In quello stesso periodo Madre Speranza vive a Roma, in via Casilina e durante i bombardamenti svolge la sua opera: accoglie molti profughi, offre loro vitto e alloggio, cura i feriti, prega l’Amore misericordioso perché cessi la guerra. Secondo. Divenuto Papa, Giovanni Paolo II porta del suo cuore sia l’esperienza tragica della guerra (la violenza colpisce anche lui il 13 maggio 1981, in piazza San Pietro), sia l’assoluta certezza della fede che garantisce il prevalere della misericordia di Dio. Infatti le sue prime encicliche: Redemptor hominis e Dives in misericordia esprimono in modo chiaro la verità cristiana sul Dio misericordioso, sull’uomo bisognoso di misericordia e sulla Chiesa chiamata a professare, proclamare e testimoniare la misericordia. Tale tema viene riproposto come contenuto centrale nella nuova evangelizzazione, come esperienza principale del grande Giubileo, come fonte di speranza per il terzo millennio. In questa linea si colloca anche il magistero di Papa Benedetto, soprattutto con le encicliche Deus caritas est, Spe salvi, Caritas in veritate. Terzo. Mi pare ci sia un evidente collegamento con gli orientamenti Cei.
Educare alla vita buona del Vangelo.
Gesù, il Maestro, ci invita alla sua scuola con le seguenti parole: “Andate a imparare che cosa vuol dire: Misericordia io voglio e non sacrifici. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori” (Mt 9,13). Gesù è venuto a insegnarci la misericordia, l’amore, il perdono, il servizio umile. Questa è la vita buona del Vangelo. Quarto. La misericordia offerta da Gesù è la risposta quanto mai attuale alle sfide del nostro tempo, legate all’individualismo, al relativismo e al nichilismo che portano non raramente alla disperazione. La misericordia del Signore fonda la speranza invincibile perché l’Amore misericordioso è assoluto e gratuito, e ci accompagna sempre soprattutto nei momenti più critici. Ma fonda altresì la speranza performativa, ossia quella speranza che ci spinge con forza a cambiare stili di vita: ci porta a passare dall’egoismo all’amore, dalla rassegnazione all’impegno totale, dalla chiusura al dono di noi stessi, al perdono, alla riconciliazione, al diventare misericordiosi come il Padre.