Giovedì 24 gennaio, poco prima di mezzogiorno, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha conferito la Medaglia d’oro al merito civile al nostro benemerito concittadino mons. Beniamino Schivo, assieme ad altri quattro personaggi italiani. In questo modo i rappresentanti dello Stato hanno voluto inaugurare le celebrazioni per il Giorno della memoria (27 gennaio) richiamando l’attenzione sui ‘giusti d’Italia’, cioè sulle innumerevoli persone che, talvolta anche in modo eroico, si sono prodigate durante l’ultimo conflitto mondiale a favore degli ebrei perseguitati. La cerimonia si è svolta in forma solenne nella stupenda sala dei Corazzieri gremita di eminenti personalità e centinaia di studenti che in questi ultimi tempi hanno condotto accurate ricerche sui ‘giusti’ delle loro regioni. Oltre al Capo dello Stato, che ha fatto un importante discorso, erano presenti e hanno parlato anche il vice-premier Francesco Rutelli, i ministri Amato, Fioroni, Melandri, Ferrero, Pecoraro Scanio e il presidente dell’Ucei, Renzo Gattegna. Attraverso i telegiornali della sera è stato commovente seguire mons. Schivo, che era seduto in prima fila, specialmente quando si è alzato e si è diretto verso il presidente Napolitano per ricevere l’onorificenza. Il suo viso di intrepido novantasettenne, investito dai fari della ripresa tv, era divenuto luminoso, quasi trasfigurato, rivelando peraltro i segni di un’intensa commozione. In quei momenti era presente e gioiva tutta Città di Castello, rappresentata dal sindaco Fernanda Cecchini. Nella celebre sala sono risuonate queste parole: ‘Monsignore Beniamino Schivo, sacerdote di elevate qualità umane e civili, nel corso dell’ultimo conflitto mondiale, in atto le persecuzioni razziali, con eroico coraggio ed encomiabile abnegazione, aiutava una famiglia tedesca di origine ebrea a fuggire da Città di Castello, dove era stata internata, procurandole successivamente nascondigli, cibo e capi di vestiario. Mirabile esempio di coerenza e di rigore morale fondato sui più alti valori cristiani e di solidarietà umana’. Il conferimento della Medaglia d’oro è stato comunque molto più eloquente della motivazione sopra riportata: mons. Schivo infatti si è prodigato sistematicamente per salvare la vita di tutti quei perseguitati, come gli ebrei, che ricorrevano a lui, nascondendoli come poteva, con la rischiosa collaborazione delle Oblate Salesiane e delle Piccole Ancelle del Sacro Cuore. Giustamente pertanto lo Stato d’Israele gli ha concesso la cittadinanza onoraria (29.10.1991), dopo averlo invitato a Gerusalemme (settembre 1986) e aver messo a dimora, nel viale dei Giusti, una pianta con il suo nome. Mons. Schivo è stato poi invitato anche negli Stati Uniti (New York, 1991 e Washington, 1999) per importanti riconoscimenti. La Chiesa di Città di Castello si stringe attorno a questo esimio sacerdote, nato a Gallio (28 giugno 1910), di mente tuttora lucidissima e di straordinaria memoria, equilibrato e pacificatore, aperto alle innovazioni del mondo moderno e al dialogo costruttivo soprattutto con i tanti sacerdoti dal lui formati nel Seminario diocesano, di cui è stato rettore per circa 35 anni. È meritevole di medaglia anche per la sua pastoralità, essendo stato parroco di Belvedere, assistente diocesano per la gioventù femminile di Ac, vicario generale con il vescovo Cicuttini, direttore spirituale delle novizie e tuttora cappellano delle Piccole Ancelle del Sacro Cuore, del cui fondatore ‘ il beato vescovo Carlo Liviero ‘ è stato il massimo studioso, oltre che il postulatore nella causa di beatificazione e il propagatore di notizie con una biografia di straordinario successo.
Mirabile esempio
A mons. Beniamino Schivo il Presidente della Repubblica Napolitano ha conferito la Medaglia d'oro al merito civile
AUTORE:
Camillo Berliocchi