“Il più ternano dei santi, il più santo dei ternani”. Questa espressione, parafrasando e modificando da “italiano” a “ternano” quanto detto da Pio XI per san Francesco, mi è venuta alla mente apprendendo la dichiarazione di venerabile pronunciata dalla Congregazione dei santi ed approvata da Benedetto XVI per Giunio Tinarelli. Certo, questa espressione è un po’ anticipata perché sarà totalmente piena quando Giunio sarà proclamato beato; dovrà verificarsi un miracolo acclarato, ma fin da ora possiamo chiedere l’intercessione di Giunio presso Dio Padre per le nostre richieste. Ternano verace è Giunio: nato e vissuto a Terni, per i pochissimi anni della sua validità fisica è stato operaio alle Acciaierie, stabilimento che per più di un secolo si è identificato con la città e viceversa. Non ho conosciuto direttamente Giunio: la prima vera conoscenza, peraltro indiretta, l’ho avuta nel 1969 quando ho partecipato, 13 anni dopo la morte, alla traslazione della salma dal cimitero alla cattedrale: una grande folla di fedeli, più di cinquemila, vi ha partecipato. Ho avuto quel giorno l’immediata percezione di chi fosse per i ternani Giunio Tinarelli: un santo. Nulla di straordinario aveva fatto, ma tutta la sua vita di “operaio della croce” è stata straordinaria perché vissuta in piena unione con il Cristo in accettazione totale della volontà di Dio. Per la prima volta ho udito parlare di Giunio da mio padre medico che era stato chiamato a visitarlo in sostituzione del medico curante. Mio padre tornò a casa, dopo quella unica visita, emozionato sia per la straordinaria gravità del male che aveva colpito Giunio e sia per la serenità di quel malato. E papà disse che aveva visitato “un santo”. È importante quel che mons. Novarese. assistente dei “Silenziosi operai della croce” scrisse tempo fa su Giunio: “Per scoprire le altezze spirituali da lui raggiunte è necessario considerare l’ambiente in cui è vissuto, la sua guida spirituale e l’attuazione del suo piano vocazionale”. E più avanti aggiunge: “Giunio frequentò sin da bambino l’oratorio. Don Peppino fu la sua naturale guida, e Giunio aprì la sua anima ai primi incontri con Dio con un tale grande e sperimentato maestro”. Ecco il luogo e le condizioni in cui Giunio Tinarelli scoprì la fede ed in essa fu formato. A quell’epoca era fiorente l’Azione Cattolica e so che Giunio ne fu un iscritto. Intensifichiamo le preghiere perché Giunio possa essere beatificato al più presto.
“Mio padre medico andò a trovarlo, poi disse: Ho visitato un santo”
Testimonianza su Giunio Tinarelli
AUTORE:
Nicola Molè