Mille mani

Pellegrinaggio alla Madonna del Ponte: vigilia segnata dalla mutilazione delle braccia della statua. Il card. Sepe ha presieduto la celebrazione

La vigilia del pellegrinaggio è stata segnata dal gesto vandalico che ha mutilato le braccia della statua che si trova sul sagrato del santuario della Madonna del Ponte. Un gesto che ha immediatamente provocato lo sdegno della comunità diocesana a cominciare da mons. Paglia. E la partecipazione di tante persone, circa mille, al pellegrinaggio diocesano e alla celebrazione è stata la risposta forte e sentita della gente che da sempre venera la Madonna del Ponte. ‘Questa celebrazione è il miglior gesto riparatore all’atto sacrilego’ – ha detto il card. Crescenzio Sepe, prefetto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, che ha presieduto la celebrazione. Una festa importante quindi, anche per la presenza di un cardinale, il primo a celebrare al santuario della Madonna del Ponte dopo oltre 250 anni. ‘Ci uniamo oggi a tutta la chiesa, qui rappresentata dai sacerdoti e suore convenuti dalle varie parti del mondo, per esprimerne l’universalità e la bellezza del suo volto’ ha sottolineato il cardinale facendo riferimento alla presenza dei 190 studenti delle pontificie università che sono stati a Terni – Narni – Amelia per studiare la lingua italiana ‘una testimonianza di accoglienza, apertura e unità che rafforza l’impegno verso la comprensione e la solidarietà’ ha proseguito il Cardinale che non ha tralasciato di soffermarsi poi su quanto accaduto alla statua della Madonna: ‘Le mani del Signore sono talmente lunghe ‘ ha detto – che nessun atto vandalico al mondo potrà mai accorciare la loro misericordia e il loro amore in un abbraccio che è tanto grande quanto è grande il mondo intero. Rifugiamoci allora sotto la protezione della Madonna del Ponte, perché sia ponte tra noi e il Signore, perché ci possa condurre a quella meta dove tutti possiamo avere la gioia di vivere nella comunione con il Padre’. Ed infine il vescovo mons. Paglia ha detto: ‘Noi oggi qui le mani ce le stringiamo, i ponti li costruiamo, l’amore lo solidifichiamo, la solidarietà la rendiamo più forte, perché qui il colore non ci separa ma ci unisce, la lingua diversa non ci divide perchè conosciamo quella universale che è la lingua dell’amor. Oggi le mani vogliamo usarle innanzi tutto – ha proseguito – per applaudirci e per dirci che ci vogliamo bene, a significare che così ripariamo allo scandalo, mostrando di stringerle ancora più forte per essere sempre uniti e aiutarci in tutti i giorni della vita. Questa celebrazione sottolinea una festa bella, piena d’amore e forte nella fraternità’.

AUTORE: Elisabetta Lomoro