Pr una volta, generazioni diverse hanno condiviso la notte, che sembra essere prerogativa dei giovani; hanno visto insieme l’alba e sono stati all for One, tutti per Uno, insieme per condividere la bellezza di una vita illuminata da Cristo. Erano circa in mille a rappresentare tutta l’Umbria all’evento conclusivo del triennio dell’Agorà: tre anni giovani in cui c’è stata ‘un’attenzione nuova della Chiesa ai giovani e dei giovani al mondo’, come ha ricordato don Paolo Giulietti all’inizio della serata. Una serata scandita dalla musica, che come un manto ha avvolto e scaldato i presenti, e ha creato un clima di festa e di riflessione perché, come diceva Sant’Agostino, ‘chi canta prega due volte’. I canti, le danze e la musica delle ‘Voci di giubilo’, i giovani che compongono la corale della diocesi di Perugia- Città della Pieve, e dei One Way, gruppo rock della Pastorale giovanile di Città di Castello, hanno accompagnato i diversi interventi e i racconti dei tanti che si sono avvicendati sul palco. C’erano i vescovi delle diverse diocesi accanto a giovani con tante storie da raccontare, come quella di Giacomo Sintini, o meglio Jack, palleggiatore della Perugia Volley, che insieme a sua moglie Alessia e alla piccola Carolina ha raccontato di come la sua fede sia cresciuta e diventata consapevole grazie all’incontro con sua moglie e, con lei, del Rinnovamento nello Spirito, dopo aver sperimentato cosa significa vivere in un mondo fatto di guadagni facili e grande successo, un mondo in cui Dio è scomodo e viene tenuto alla larga. In fondo un Dio che dice ‘chi vorrà salvare la propria vita la perderà, chi perderà la propria vita per causa mia la salverà’ non è un Dio facile, anche se la frase è a effetto, e sembra adatta da mettere su Facebook. Queste le parole con cui don Nazzareno Marconi ha iniziato la sua riflessione, chiedendo il senso profondo di questo brano del Vangelo di Marco e usando un linguaggio dei giovani: le scritte fatte con lo spray sui muri. Con l’ausilio di bombolette colorate e di un rotolone di carta bianca ha aiutato i presenti a entrare nella logica di Dio una logica quasi matematica fatta di tre lettere: SDD, estrapolate dalla frase ‘Se Desideri Davvero’. Ci sono giorni in cui non ci si sente vivi, la vita non s’illumina, ma se desideri davvero la vita’ Il mondo ti dice che devi essere Sexy, che devi avere il Denaro e devi Divertirti. Ma tutto questo non rende felici, perché Solo Dio Dona, e bisogna vivere nel mondo per poterlo cambiare, ma non bisogna averne bisogno. Le tre iniziali che hanno accompagnato l’intervento, SDD, sono diventate un invito a donare, a spendere la propria vita per gli altri e in particolare per quanti vivono il dramma del terremoto in Abruzzo, perché ‘Gesù è sotto una tenda e sente caldo, ha sete, si sente solo e ha paura’. Per questo l’Umbria si è mobilitata e sta realizzando un campo gestito dalla Caritas, che ha bisogno di volontari, come ha testimoniato Ilaria, ragazza di 21 anni della parrocchia di Ponte San Giovanni, che è appena tornata da quest’esperienza di servizio. Un momento toccante che ha fatto sorgere, in tanti presenti, il desiderio di partire per dare il proprio contributo. Ha dato maggior valore alla serata, ai racconti e alla musica dei One Way, che propongono la loro testimonianza fatta dei suoni e versi delle loro canzoni anche nei luoghi tipici dei giovani come le discoteche; a dimostrazione che essere cristiano non significa non sapersi o non potersi divertire, ma farlo con un altro spirito e un altro stile. A mezzanotte e mezzo circa si è entrati nel cuore di questa notte alternativa, una notte nella quale la città e i suoi rumori hanno visto passare un corteo molto numeroso ma silenzioso; il silenzio infatti non va temuto ma va vissuto con ‘Gesù che ci dà appuntamento lungo la strada’ come ha sottolineato suor Roberta Vinerba invitando tutti a mettersi in cammino. Le tappe del pellegrinaggio notturno, in cui i giovani sono stati accompagnati da mons. Chiaretti, sono state alcune chiese cittadine: San Costanzo, Santa Giuliana, San Bernardino, Sant’Angelo, per concludersi nella cattedrale di San Lorenzo. Seguendo il crocifisso di San Damiano e le fiaccole, armati solo di uno zainetto, un quaderno in cui seguire le diverse tappe e altri oggetti utilizzati lungo il cammino, i giovani si sono messi sulle orme di Paolo, il grande camminatore della fede, percorrendo idealmente le città che ha visitato e ascoltando le sue parole, di volta in volta analizzate dai diversi responsabili delle Pastorali giovanili diocesane. Il cammino, la fatica, la condivisione e le riflessioni personali hanno segnato il passaggio dalla notte all’alba, sorta proprio all’arrivo davanti alla cattedrale dove un braciere ha permesso di bruciare i propri idoli, quelli che si frappongono tra noi e Gesù; come è stato detto, ‘Gesù non ci promette una vita facile ma una vita bella!’. Con queste parole si è entrati in cattedrale passando per Cristo che è la porta, e si è conclusa la festa con la celebrazione eucaristica. Il Vescovo ha sottolineato nell’omelia che c’è una divisione netta tra i giovani della notte, di cui si sono visti i resti in piazza, e i giovani del giorno; ma la nottata alternativa che tanti giovani hanno vissuto tra il 23 e il 24 dimostra che c’è voglia di cambiamento e che ciascuno, come ha invitato a fare mons. Sigismondi, deve chiedersi ‘Cosa devo fare?’, come fece san Paolo dopo aver incontrato il Signore.
Mille giovani trascorrono insieme a Gesù una notte diversa dalle altre, luminosa e felice
AUTORE:
Veronica Rossi