di Tonio Dell’Olio*
Partita da San Pedro Sula qualche giorno fa, quella che i media mondiali chiamano “la carovana dei migranti” ha superato le barriere tra Guatemala e Messico e si trova ora nello Stato del Chiapas per puntare senza esitazione verso gli Stati Uniti d’America.
Più che di una carovana, si tratta di una marcia sullo stile di quelle che abbiamo conosciuto in India con il Mahatma Gandhi o negli stessi Usa con Martin Luther King. Si tratta di una marcia per affermare il diritto sacrosanto e universale alla vita che non può essere negato da nessuna politica sovranista o protezionista, perché chiede di vedere riconosciuto (ed esaudito) il proprio diritto a una vita dignitosa.
Quella folla disperata di donne, uomini e bambini ci indica le conseguenze dell’“economia che uccide” – per usare un’espressione di Papa Francesco. Quella marcia ha lo stesso significato dei banchi dei cambiavalute rovesciati da Gesù nel tempio (Gv 2,14-17) perché è il mondo il tempio di Dio e non un luogo di culto.
Accompagniamo con la nostra vigilanza, con la solidarietà e con la preghiera il cammino di riscatto di quella folla d’oltreoceano.
*presidente della Pro Civitate Christiana – Assisi