Non raggiunge i sei milioni la stima del numero dei cittadini stranieri in Italia. Più donne che uomini, più giovani che anziani.
I migranti rimangono una boccata d’aria per la struttura demografica del Paese. Però il flusso sembra fermarsi.
Lo 0,7% in meno rispetto all’anno scorso: avverte la Fondazione Ismu nel XXVI Rapporto sulle migrazioni (2020). D’altronde la mobilità durante la pandemia si è rarefatta. E ingressi per motivi di lavoro sono stati molto difficili, quando il mondo della produzione è fermo e soprattutto quando la difficoltà è mantenere operai e dipendenti con tante aziende chiuse.
Purtroppo non si sono fermati gli arrivi di quanti fuggono dalla loro terra. Le terribili immagini dell’accampamento di Lipa ce lo ricordano. Ma gli ingressi irregolari via terra e via mare sono cresciuti. Un dato in controtendenza anche, confrontato negli altri anni.
I migranti sbarcati sulle coste italiane sono stati 34 mila, nel 2018 erano stati 24 mila l’anno dopo 11mila. Altri 5.000 hanno attraversato il nostro confine via terra. Tutte persone che hanno avviato o avvieranno la richiesta d’asilo.
Cittadini stranieri
La presenza dei cittadini stranieri non è semplicemente dovuta agli ingressi. Per comprendere il fenomeno è fondamentale capire tutto il percorso migratorio, le biografie di tante persone, che arrivano, che si ambientano, che lavorano, si inseriscono nel tessuto sociale della comunità, costruiscono una loro famiglia.
Un indicatore di questo percorso è il numero di acquisizione di nuove cittadinanze. Una volta inseriti nel nostro Paese e dopo un lungo periodo molti migranti chiedono di diventare italiani.
Solo nel 2019 – si evince dal Rapporto Ismu – sono state circa 127 mila. Lo scorso anno è stato possibile evidenziare un’altra tappa di questo tragitto: la regolarizzazione del 1° gennaio 2020 concessa agli immigrati presenti nel territorio nazionale: solo nei primi sei mesi ne sono stati concessi oltre 43 mila.
Ancora troppi migranti irregolari
Rimangono tuttavia oltre 500 mila migranti irregolari sul territorio. Questo dato è estremamente grave, perché è dall’irregolarità che nascono la mancanza di diritti e di tutele, il pericolo di sfruttamento, la tentazione della criminalità. Come ha evidenziato nella presentazione del rapporto la sociologa Laura Zanfrini, dentro questo spazio si sviluppano nuove forme di schiavitù. All’irregolarità non possiamo, dunque, rassegnarci.
Papa Francesco nella Fratelli tutti evidenzia che “le migrazioni costituiranno un elemento fondante del futuro del mondo. Ma oggi esse risentono di una perdita di quel senso della responsabilità fraterna, su cui si basa ogni società civile. L’Europa, ad esempio, rischia seriamente di andare per questa strada.
Tuttavia, aiutata dal suo grande patrimonio culturale e religioso, ha gli strumenti per difendere la centralità della persona umana e per trovare il giusto equilibrio fra il duplice dovere morale di tutelare i diritti dei propri cittadini e quello di garantire l’assistenza e l’accoglienza dei migranti”.
Andrea Casavecchia