“La Chiesa non porta avanti se stessa, ma serve l’uomo con la simpatia di Dio”. Così il card. Angelo Bagnasco, presidente della Cei, ha sintetizzato la missione della Chiesa aprendo il 24 maggio la 61a Assemblea generale della Cei. La “felicità piena” della Chiesa, che viene da Cristo, “non viene meno anche a fronte dei nostri tradimenti”, ha esordito il Cardinale, secondo il quale la missione della Chiesa consiste nel “dire all’uomo contemporaneo, talora frastornato e triste, che nessuno è orfano, che non si tratta di una scintilla che nel buio si accende per subito spegnersi; che nessuno è capitato per caso in un cosmo senza destino. Vogliamo dire, senza presunzione o arroganza ma con la convinzione e la simpatia dei messaggeri, che tutti siamo pellegrini verso la Patria vera – la vita eterna – dove vedremo il Dio dell’amore amato faccia a faccia, nella beatificante comunione di tutti i viventi”. Soffermandosi sul tema principale dell’assemblea dei vescovi (gli Orientamenti pastorali 2011-2020, incentrati sulla dimensione educativa) il card. Bagnasco ha affermato che il compito degli adulti consiste nel “superare incertezze e reticenze, per recuperare una nozione adeguata di educazione che si avvicini alla paidèia, cioè ad un processo formativo articolato ma mai evasivo rispetto alla verità dell’essere, ad una capacità di distinguere ciò che è bene da ciò che è male, ad una concreta disciplina dei sentimenti e delle emozioni”. Come dimostrano anche alcuni gravi episodi di cronaca, quella attuale è “una situazione in cui il vuoto di valori sfocia immediatamente, senza più stadi intermedi, nel disagio se non nella disintegrazione sociale”. In questo contesto, “l’impegno ad educare è decisivo sotto il profilo non solo ecclesiale, ma anche storico, sociale e politico”. Una sentenza “discussa”, accolta “con lo stupore dell’incredulità”, in quanto frutto “di un malinteso senso della laicità”. Così il card. Bagnasco ha quindi definito la sentenza della Corte dei diritti dell’uomo di Strasburgo sull’esposizione del crocifisso nelle scuole italiane. Tale dispositivo, secondo i Vescovi, “è segnale del tentativo di affermarsi di un’interpretazione della laicità stessa preclusiva del fatto religioso, che verrebbe relegato nel privato, avendo negata ogni visibilità sociale, quale presunto fattore di divisione”. “Tutto il contrario di ciò che positivamente il crocifisso è”, ribatte il porporato. Di qui l’auspicio di “una lungimirante rettifica” in sede di ricorso nel mese di giugno, “in forza anche delle ragioni che in modo autorevole e competente sono state espresse in diverse sedi, essendosi trattato di un pronunciamento che non solo contraddice la giurisprudenza consolidata della stessa Corte, ma trascura del tutto – fino a negarle – le radici iscritte nelle Costituzioni, nelle leggi fondamentali sulla libertà religiosa e nei Concordati della stragrande maggioranza dei Paesi membri”. La presenza del crocifisso nei luoghi pubblici, ha puntualizzato, “risale, per l’Italia, alla stagione risorgimentale e non certo come fatto confessionale ma come elemento fondato sulla tradizione religiosa e sui sentimenti del popolo italiano”. “L’Italia sta andando verso un lento suicidio demografico: oltre il 50 per cento delle famiglie oggi è senza figli, e tra quelle che ne hanno quasi la metà ne contemplano uno solo, il resto due, e solamente il 5,1 delle famiglie ha tre o più di tre figli”. Questo il grido d’allarme del card. Bagnasco, che ha indicato “due realtà fondanti e strutturalmente strategiche”: la famiglia e il lavoro. Per la Cei, il matrimonio tra un uomo e una donna è un “bene inalterabile” che “va difeso e continuamente preservato quale crogiuolo di energia morale, determinante nel dare prospettive di vita al nostro presente”. Gli “scenari preoccupanti” attuali e le previsioni non incoraggianti “sotto il profilo sociale e culturale” manifestano, dunque, l’urgenza di “una politica che sia orientata ai figli, che voglia da subito farsi carico di un equilibrato ricambio generazionale”. Di qui l’appello della Cei ai responsabili della cosa pubblica “affinché pongano in essere iniziative urgenti e incisive”: “Proprio perché perdura una condizione di pesante difficoltà economica, bisogna tentare di uscirne attraverso parametri sociali nuovi e coerenti con le analisi fatte”, a partire dal quoziente familiare. La Chiesa, da parte sua, si impegna a livello pastorale “per radicare ancor più la coscienza dei figli come doni che moltiplicano il credito verso la vita e il suo domani”. LE TEMATICHESi conclude a Roma il 28 maggio la 61a Assemblea generale della Cei, che si era aperta il giorno 24. L’argomento principale dell’Assemblea era l’approvazione degli Orientamenti pastorali per il decennio 2010-2020. La riflessione è quindi proseguita sui temi: “Presenza e del servizio dei sacerdoti stranieri in Italia” ed “Europa, Chiese e Chiesa cattolica”. Nel contesto dell’evento sono state inoltre fornite indicazioni su: Fondazione Missio e coordinamento degli organismi pastorali missionari; la Chiesa in Italia e internet; 46a Settimana sociale (Reggio Calabria, 14-17 ottobre), 26a Giornata mondiale della gioventù (Madrid, 16-21 agosto); 25° Congresso eucaristico nazionale (Ancona, 4-11 settembre 2011). Infine alcune informazioni sulla Giornata per la carità del Papa nel 2010, e sulle normative riguardanti la sicurezza ed enti ecclesiastici.