“Chiamati per annunziare a tutti le opere meravigliose di Dio” ( 1 Pietro 2,9) è il testo biblico di riferimento per la imminente Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani ( 18-25 gennaio ). Quest’anno il materiale per la celebrazione della Settimana è stato preparato dai cristiani delle varie confessioni della Lettonia, materiale che poi è stato rifinito in un agile sussidio dalla Commissione ecumenica internazionale nominata dalla Commissione fede e Costituzione (Consiglio ecumenico delle Chiese) e dal Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani (Chiesa cattolica).
All’interno del tema si distinguono due momenti: il primo evidenzia la chiamata dei cristiani a essere “popolo di Dio” dopo aver ricevuto la potenza della salvezza di Dio in Cristo Gesù mediante il battesimo comune a tutti i cristiani; il secondo sottolinea l’ascolto delle “opere meravigliose” di Dio così come si leggono nella Bibbia.
Quest’articolazione del tema sottolinea la profonda unità che già viene condivisa dai fedeli in Cristo. Il battesimo infatti è ciò che ci rende cristiani, rinati dall’acqua e dallo Spirito in continua sfida per rimanere in questa identità di popolo di Dio. Le “opere meravigliose” di Dio, ascoltate e annunciate sulla base delle Scritture, ci accomunano nella testimonianza al mondo di tali opere attraverso il culto e la preghiera, nonché nell’azione concorde in favore della giustizia e della pace.
I simboli proposti nelle celebrazioni ecumeniche presenti nel sussidio sono: una Bibbia, una candela illuminata, il sale. Gli ultimi due richiamano chiaramente l’identità dei cristiani e definiscono la loro missione sulla base del Discorso della montagna di Gesù ( Mt 5,13-16): i cristiani sono il sale e la luce, mandati ad essere sale e luce del mondo. La Bibbia invece letta e pregata insieme rappresenta un potente mezzo che rende palese l’unità già presente.
Ricordiamo come la ricerca dell’unità da parte di tutti i cristiani sia un imperativo che si basa sulla preghiera di Gesù perché tutti fossimo una cosa sola ( Gv 17, 21), la divisione pertanto non solo si oppone apertamente alla volontà di Cristo, ma è anche di scandalo al mondo danneggiando la predicazione del Vangelo e rendendo poco credibili i cristiani di fronte al mondo. Ecco perché ben vengano le iniziative volte al ristabilimento dell’unità la cui cura riguarda tutti, sia i fedeli che i pastori, e ci tocca da vicino secondo le possibilità di ognuno, sia nella vita quotidiana (ecumenismo di base) sia negli studi teologici e incontri al vertice (ecumenismo istituzionale).
A ben pensarci, pregare per l’unità dei cristiani dovrebbe essere l’intenzione di preghiera quotidiana, vista la posta in gioco: dovrebbe impegnarci tutto l’anno, non soltanto in alcuni brevi periodi individuati sul calendario.