In Umbria diminuiscono i reati ma la gente si sente meno sicura. È una delle conseguenze delle profonde trasformazioni sociali ed economiche che vive l’Italia e che determinano ansie e disagi. Lo ha detto il comandante della Legione carabinieri Umbria, gen. Claudio Curcio, durante la cerimonia di lunedì scorso ai giardini del Frontone di Perugia per il 197° anniversario di fondazione dell’Arma. È stata una grande festa con chiarine, tamburi e sbandieratori del Palio dei Terzieri di Città della Pieve, i pennacchi rossi e blu dei carabinieri in alta uniforme ed i fumogeni tricolori. E poi tante bandiere sventolate dai bambini delle scuole elementari e medie, alcuni “nuovi italiani” figli di extracomunitari, che cantavano a squarciagola “Fratelli d’ Italia”. Per loro nell’ultimo anno scolastico l’Arma ha organizzato in 167 istituti della regione, coinvolgendo quasi 10 mila studenti, incontri sulla “cultura della legalità” per diffondere nei giovani “la necessità di rifuggire da talune tentazioni della nostra società quali la droga, il bullismo, la pedopornografia, lo sballo del sabato sera. Per quanto riguarda i reati denunciati ai carabinieri delle 12 compagnie e 96 stazioni dell’Umbria – ha detto il generale – nel 2010 si è avuta una diminuzione di quelli ‘predatori’ di circa il 20 per cento. Quindi meno furti e rapine. Eppure comprensibilmente – ha osservato – il senso di insicurezza diffuso rimane significativo. È evidente che il concetto di sicurezza viene identificato oggi con la ‘qualità della vita’ e comprende tutto il vastissimo insieme di garanzie che il cittadino si attende dallo Stato: dalla salute all’ambiente, dalla sanità dei cibi alla sicurezza dei luoghi di lavoro, sino a chiedere la costante e ravvicinata protezione fisica dei suoi beni”.La testimonianza di una donna che ha ricevuto in tempo un farmaco grazie a un carabiniere che ha sfidato la tormenta di neve“L’eroe chemi ha salvatola vita” Durante la festa regionale dell’Arma svoltasi a Perugia sono state consegnate ricompense a carabinieri che si sono distinti nelle loro attività di servizio, pagando anche con la vita, come il maresciallo Andrea Angelucci travolto nei dintorni di Foligno da un’auto che non si era fermato all’alt. Militari che hanno fatto soltanto il loro dovere, come ha ricordato il loro comandante, il gen. Claudio Curcio. Uomini e donne dell’Arma impegnati quotidianamente in operazioni di prevenzione e contrasto della criminalità per la sicurezza dei cittadini, ma anche per aiutare persone in difficoltà, come il carabiniere scelto di Gualdo Tadino Michele Agostinelli che ha sfidato una tempesta di neve per portare i medicinali ad una donna che era stata sottoposta ad un trapianto di reni. È stata lei, Margherita Tomarelli, di 51 anni, a scrivere una commovente lettera per ringraziare quello che ha definito “l’eroe” che le ha salvato la vita. Lettera che è stata letta durante la cerimonia, presente la donna a fianco del suo salvatore. Nel dicembre del 2009 aveva subìto il trapianto e per questo periodicamente deve recarsi all’ospedale di Ancona per i controlli. Il 9 marzo 2010, mentre insieme al marito rientrava in auto da Ancona ad Osteria del Gatto, sono rimasti bloccati da una tempesta di neve. “Con il passare delle ore – ha scritto – la bufera aumentava di intensità e le macchine con i loro occupanti venivano sommerse dalla neve”. La signora Margherita aveva fortunatamente trovato ricovero in un vicino albergo ma non aveva con sé i medicinali antirigetto che le sono assolutamente necessari. Aveva fatto varie telefonate senza però riuscire a risolvere il problema. “Ho rasentato il panico – ha scritto -, passava il tempo e non riuscivo a trovare una soluzione”. Nel frattempo però la macchina dei soccorsi dell’Arma si era messa in moto: prima con una pattuglia dei carabinieri di Fossato di Vico, poi con altre della stazione di Gualdo Tadino. Ma la tempesta di neve aveva bloccato anche loro. Anche i telefoni fissi ed i cellulari erano fuori uso. “Allora – è detto nella lettera – un carabiniere si è messo in viaggio a piedi, ha attrevarsato strade e campi di notte, con quella tormenta che non si vedeva nulla a pochi centimetri. Come abbia fatto non lo so, come sia arrivato non lo so, so solo che alle 19.30 è arrivato in albergo con le medicine, completamente bagnato e coperto di neve. Quando mi ha consegnato la busta, aveva un sorriso radioso che mi ha sciolto il cuore. Ha raccontato che si era quasi dovuto tuffare fra i cumuli di neve alti più di un metro e mezzo e si vedeva che era vero, era tutto bagnato e intirizzito. Solo un eroe poteva fare questo. E quando ho cercato di ringraziarlo, sapete come ha risposto? ’Ho fatto solo il mio dovere!’. Poco dopo è ripartito, sempre a piedi, per andare a controllare lo stato di un paziente rimasto in un’ambulanza bloccata dalla neve”.
Meno reati, eppure cresce l’insicurezza
Carabinieri. Celebrazioni a Perugia per l’anniversario dell’Arma
AUTORE:
E. F.