Meno 8% meglio che 50%

REGIONE. Il Consiglio si decurta lo stipendio

Il referendum sulle indennità dei consiglieri regionali dell’Umbria ha prodotto l’effetto di superare le divisioni fra le coalizioni: è stato infatti votato a palazzo Cesaroni, all’unanimità (27 su 27), un provvedimento che taglia dell’8 per cento gli ‘stipendi’ dei consiglieri regionali, che non sono più agganciati in percentuale a quelli dei parlamentari. Le indennità saranno pari ad un ventesimo del trattamento complessivo annuo lordo dei presidenti di corte di Cassazione. Il relatore in aula del disegno di legge, Paolo Baiardini, ha tenuto a mettere in evidenza che ‘l’indennità dei consiglieri regionali umbri è la più bassa in Italia’. Ha affermato, inoltre, che ‘la proposta di legge sulle indennità dei consiglieri si inserisce in un contesto più ampio che ha già coinvolto il Consiglio regionale in un’opera di trasparenza, chiarezza e moralizzazione da tempo perseguita e che ha già comportato, l’anno scorso, una riduzione delle stesse indennità del 10 per cento. Il quantum percepito dai consiglieri regionali ‘ ha aggiunto Baiardini – può essere ritenuto troppo o troppo poco, ma non si può assolutamente sostenere che non sia trasparente e chiaro’. Il relatore del provvedimento ha poi fatto riferimento al fatto che ‘esercitando chiaramente la nostra funzione, mi auguro nell’interesse generale dell’Umbria, ha poco senso spendere 6 milioni di euro per un referendum che poi dovrebbe comunque ridare a questo Consiglio regionale e quindi a noi consiglieri il compito di redigere una nuova legge per stabilire l’indennità sulla base dei criteri da noi dettati. Per questo, un referendum abrogativo diretto alla soppressione del diritto all’indennità è evidentemente inammissibile in quanto incidente sullo status dei consiglieri, status affermato e garantito sia a livello statutario che costituzionale’. Il comitato referendario, già dopo l’approvazione in commissione del disegno di legge, aveva espresso la propria contrarietà a questa decisione, che comunque potrebbe evitare lo svolgimento del referendum fissato per il prossimo 11 novembre. Il portavoce del comitato, Claudio Abiuso, ha definito ‘insufficiente’ la riduzione dell’8 per cento delle indennità, mentre con una riduzione del 50 per cento ‘si otterrebbe un risparmio di circa 10 milioni di euro l’anno, da utilizzare per l’incremento dei servizi sociali ai più bisognosi’. Ma il provvedimento approvato, sempre secondo Abiuso, ‘non invaliderebbe il regolare svolgimento del referendum, visto che è di carattere abrogativo e non modificativo o riduttivo’. Di fronte all’ipotesi di un’eventuale invalidazione del referendum, il comitato potrebbe valutare un’eventuale impugnazione giudiziaria oppure avviare una nuova raccolta di firme per un nuovo referendum abrogativo della nuova legge. La battaglia referendaria ha portato la Giunta e lo stesso Consiglio (erano due inizialmente i provvedimenti sulla questione ‘indennità’) a trovare un punto di incontro per cercare di superare il quesito referendario. La riduzione è stata varata, senza tanti commenti dai vari schieramenti politici. Forse è l’elemento da mettere di più in evidenza.

AUTORE: E. Q.