Matteo Renzi e le riforme-lampo

E così, è partita l’avventura del governo Renzi. Come cittadino, non posso che augurarmi che abbia successo, per il bene del mio Paese. D’altra parte, negli ultimi anni abbiamo visto alternarsi governi e governanti di ogni tipo (vecchie volpi e nuovissimi esordienti; tecnici di fama internazionale e incompetenti assoluti) e i risultati sono stati sempre una delusione; perciò non resta che affidarci a questo nuovo esperimento, pregando che Dio lo aiuti. Certo, fa impressione l’enorme fiducia che Renzi, beato lui, ha in se stesso, e questo è sempre un buon elemento per il successo (i timorosi perdono la partita prima ancora di giocarla). Ma bisognerebbe anche metterlo in guardia. Per risolvere i problemi occorre prima di tutto la volontà di risolverli, e questa a Renzi non manca. Ma se per risolvere i problemi bastasse la volontà, li avremmo risolti da un pezzo. Non si risolvono perché sono complessi e profondi. Non puoi ordinare alla Ferrovia centrale umbra di dimezzare i tempi di percorrenza di tutti i treni (salvo poi, quando questo non succede, dare la colpa ai ferrovieri “che non collaborano”); dovresti, prima, cambiare almeno tutte le locomotive e neppure questo basterebbe, perché se metti locomotive nuove e veloci su binari vecchi, tortuosi e scassati, ottieni solo di sfasciare la ferrovia, e buona notte. Quindi per riformare bisogna partire da lontano, dalle basi, andare alla ricerca delle radici. E trovarle non è sempre facile. Ma allora – mi direte – non si fa nulla? No, ci sono tante cose che si possono e si devono fare, ma ci vuole umiltà e pazienza, sapere che i risultati non arrivano dalla sera alla mattina, che ci sono costi da pagare. La maggior parte degli Italiani crede che basti trovare l’uomo giusto e metterlo al governo perché tutto vada magicamente a posto. Non è così. Comunque, auguri a Renzi, al suo Governo e a tutti noi.

AUTORE: Pier Giorgio Lignani