È appena uscito uno studio importante e complesso su Maria, per mano di alcuni autori che si sono messi d’accordo per realizzare insieme un’opera in cui fossero trattati i vari aspetti del tema mariologico. Il gruppo è composto per la maggior parte dagli stessi autori che avevano dato già alla luce il libro La Trinità tra fede e ragione (ed. Morlacchi, 2010).
Seguendo l’ordine dell’indice, i contributi sono: Maria Grazia Cittadini Fulvi, La mariologia nel cammino della storia; Giustino Farnedi, Il culto mariano nella liturgia; Bernardo Commodi, Esperienza mariana in Angela da Foligno; Elio Bromuri, Maria nel dialogo ecumenico; Vania Gasperoni Panella, Nella mani di Maria. Dal concetto all’immagine e dall’immagine al concetto; Giuliana Fanelli Dozzini, Aspetti iconografici di Maria Madre di misericordia; Alfiero D’Agata, Il culto popolare mariano nel territorio di Castel Ritaldi.
Molti si potranno domandare: tra tantissimi libri che trattano della Vergine Maria e dei vari aspetti della sua figura e del suo ruolo nella storia della salvezza, questi autori che cosa pretendono di dire di nuovo? Cosimo Damiano Fonseca, che ha scritto la prefazione al volume, sembra rispondere a questa domanda: “A fronte dello sterminato panorama bibliografico di impronta mariologica, questo volume assume significativo risalto per almeno due importanti ragioni: la prima di carattere squisitamente dottrinale in quanto finalizzata a indagare il ruolo assunto da Maria nella storia della salvezza e nella prassi liturgica della Chiesa; la seconda intesa a cogliere l’humus devozionale che intorno al mistero di Maria si sviluppa in un’area pregnante di spiritualità qual è l’area umbra-perugina”.
Questa è la chiave di lettura dell’opera, che vuole fare pace tra la dimensione colta, teologica e quella del culto liturgico, quella dell’esperienza mistica e della devozione popolare, quella del dialogo tra le Chiese e quella dell’iconografia. È evidente che i singoli contributi hanno un valore autonomo e possono essere letti indipendentemente l’uno dall’altro. Ma è altrettanto importante trovare la discussione tra i cristiani delle varie confessioni accanto alla pietà popolare che sovrasta ogni questione e va al cuore dell’incontro con Maria e il Figlio suo Gesù, e si consacra a lei e a lui senza divisione e senza confusione.
Nella considerazione complessiva di questo impegnativo volume appare anche chiaro che Maria non è un “caso teologico”, una querelle tra Chiese, e magari anche tra religioni diverse (qui non è trattato, ma si sa che Maria è presente nel libro sacro dei musulmani e nella loro fede), ma una presenza viva e capillare nel popolo cristiano cattolico, nelle espressioni liturgiche devozionali e artistiche della sua pietà.
Sembra bello e opportuno destinare questo volume al risveglio di un atteggiamento che porti a considerare Maria come Madre dell’Unità dei cristiani e via per l’unità tra le religioni e i popoli, secondo quanto auspicato da Giovanni Paolo II: “Perché non guardare a lei tutti insieme come alla nostra Madre comune, che prega per l’unità della famiglia di Dio e che tutti ‘precede’ alla testa del lungo corteo di testimoni della fede nell’unico Signore, il Figlio di Dio, concepito nel seno verginale per opera dello Spirito santo?” (Redemptoris Mater, 1987, al n. 30).
Padre Giustino Farnedi (cur.), Maria, Mater nostra. Riflessioni teologiche. Esperienze mistiche e culto, Morlacchi, pp. 340, euro 20