Mare (di dolore) in cui vanno a fondo anche le radici cristiane dell’Europa

Il giornale britannico The Guardian ha pubblicato un reportage dettagliato e fitto fitto di testimonianze dal vivo sulle vessazioni cui vengono sottoposte le persone migranti subsahariane che arrivano in Tunisia. Il governo autocratico del presidente Kaid Saied ha ricevuto molti fondi dall’Unione Europea sotto la regia italiana e usa di fatto la disperazione delle folle disperate che arrivano dal resto dell’Africa come una minaccia. Di fatto è il modello-Turchia che si ripete.

A rendere ancora più grave e dolorosa la situazione vi è l’intreccio tra criminalità organizzata tunisina e forze di polizia favorito dallo stesso governo. Il reportage è una vera e propria galleria degli orrori descritta con abbondanza di particolari e riguarda soprattutto la sorte delle donne che vengono tutte sistematicamente abusate e violentate.

I rappresentanti delle poche organizzazioni di difesa dei diritti umani presenti e operanti nel Paese e gli stessi migranti hanno raccontato delle torture e di morti violente rimaste tutte impunite. E dire che l’accordo stipulato dal nostro governo prevedeva anche il rispetto dei diritti umani! Peccato che contemporaneamente non prevedeva né meccanismi di controllo e né sanzioni. Europol afferma di non avere alcun accordo di collaborazione con la Tunisia. Un mare di dolore in cui “le radici cristiane dell’Europa” si sono smarrite.

LASCIA UN COMMENTO