La “Passione vivente” a Umbertide Tra “quadri viventi” e coreografie
Laa Passione vivente che si è svolta nella domenica delle Palme nella chiesa di San Francesco di Umbertide è stata un momento di preghiera, non una semplice rappresentazione teatrale. Ad animarla, padre Domenico Spagnoli.
Tanta gente ad ammirare i “quadri viventi” allestiti per farci entrare nel mistero della passione, morte e risurrezione di Gesù, con i testi tratti dal Vangelo di Giovanni, i commenti da Mistica d’amore di Alda Merini, la superba recitazione dell’attrice Jessica Zanella, il canto di Carla Pucci, il flauto di Manola Peverini e i ballerini guidati da Ambra Ceccarelli.
Importante per la buona riuscita dell’evento sacro la scelta di Mistica d’amore, cinque opere di ispirazione religiosa composte da Alda Merini fra il 2000 e il 2007. Le pagine di Corpo d’amore indagano l’enigma di Gesù e il potere del suo amore per gli uomini, “fiamma che sciolse tutti i ghiacciai dell’universo”. Riflessioni riprese nel Poema della croce, al centro del quale si staglia il teatro della crocifissione, il luogo terribile dove il dolore di Dio e quello dell’uomo convergono e la pietà e la speranza sembrano bandite per sempre. In Magnificat, una Vergine Maria fragile e umanissima rivive il suo smarrimento di fronte al mistero della divinità del figlio e, in Cantico dei Vangeli, Pietro, Giovanni, Giuda, Pilato, Maria Maddalena intessono con Gesù un dialogo intenso, ciascuno con accenti diversi – pensosi, drammatici o intimi.
Come anticipato, la principale novità di quest’anno è stata la passione vista dalle donne: Maria Maddalena, Maria la Madre, la Samaritana, l’Adultera…
Proiettati sui muri della chiesa, poi, filmati nelle scene più significative (ripresi dal Gesù di Nazareth di Zeffirelli e dalla Passione di Mel Gibson), per creare così uno spettacolo multimediale a tutti gli effetti. Circa una quarantina i figuranti, giovani e meno giovani, che hanno entusiasticamente partecipato e che provenivano da tutte e tre le parrocchie umbertidesi.
Le scene proposte hanno riguardato, dopo il Prologo, le nozze di Cana, la samaritana, la moltiplicazione dei pani, l’adultera, l’ingresso in Gerusalemme, l’Ultima Cena, il Getsemani, il pretorio, la flagellazione, Maria sotto la croce, lo Stabat Mater, l’emozionante risurrezione finale.
È stato uno spettacolo di evangelizzazione molto particolare e affascinante, che è servito sicuramente da introduzione alla Settimana santa e che ha permesso di vedere con occhi diversi le ultime ore della vita terrena del Messia.
Venerdì santo: a Gubbio la processione “del Cristo Morto” e a Cantiano la Turba
Nella diocesi eugubina il Venerdì santo (29 marzo) si svolgono manifestazioni che la pietà e la devozione popolare hanno trasformato in momenti di preghiera e di meditazione. Gubbio: organizzata dalla confraternita di Santa Croce della Foce, la “processione del Cristo Morto”, che risale ai movimenti laici penitenziali del Trecento, è una rappresentazione ambulante della passione e morte di Cristo. Inizia dalla chiesa di Santa Croce (ore 19) e attraversa l’intero centro storico, rischiarato da fuochi che si accendono un po’ ovunque. È animata dalle preghiere e dal Miserere, canto penitenziale eseguito dai cori che seguono il Cristo Morto e la Madonna Addolorata, preceduta dal coro delle “pie donne”. Si conclude, dopo una breve sosta nella chiesa di San Domenico con una riflessione del Vescovo, nella chiesa di Santa Croce dove i cantori del Miserere si sfidano in un suggestivo “battifondo”. Cantiano: la Turba, sacra rappresentazione del Venerdì santo, trae origine – anche se non direttamente – da movimenti popolari di invocazione alla pace che si diffusero nelle Marche ed in Umbria intorno alla metà del sec. XIII. Anche Cantiano accolse nell’anno 1260 la “turba” di pentiti e imploranti di ogni età e condizione che, accompagnati dai canti del Miserere, procedevano implorando perdono, pace e fratellanza. Si formò così la compagnia dei Battuti che, al fine di tramandare la devozione, si rifece nel tempo al supremo esempio di penitenza e sacrificio, la passione e morte del Cristo. La Turba inizia alle ore 20 e si conclude alle ore 23 circa.