Mani che benediranno

Diocesi. Quattro nuovi sacerdoti nella festa dei santi Pietro e Paolo

Nel momento in cui la casula rosso fiamma foderata oro, ‘lanciata’ su Fabrizio, scende a ricoprirlo tutto, mi è venuta in mente la scena in cui san Francesco, nudo per aver restituito al padre anche i vestiti, viene ricoperto dal mantello del vescovo, e da quel momento Francesco dice che ha ‘solo Dio per padre’ ed è sotto la protezione della ‘madre Chiesa’. Ecco, in una liturgia ricca di gesti e di simboli, il momento della vestizione di Fabrizio, Roberto, Riccardo e Alessandro, nella gioiosa confusione con i preti scesi dal presbiterio per aiutare i nuovi ordinati a indossare l’abito liturgico, ha dato il senso di un passaggio definitivo nella sua radicalità mitigata dalla gioia profonda che emanava dai loro volti. Da domenica la Chiesa di Perugia – Città della Pieve ha quattro nuovi presbiteri. Erano decenni che non si avevano quattro ordinazioni in un anno. La gioia e l’emozione erano palpabili nella cattedrale di San Lorenzo affollata di fedeli, tantissimi giovani e famiglie con i loro bambini, immagine di una Chiesa viva che guarda al futuro. Il Coro diocesano giovanile ha animato la solenne liturgia. E forse la sintesi più efficace della giornata sta nella frase, assolutamente spontanea quanto profondamente sentita, pronunciata da mons. Giuseppe Chiaretti al termine della liturgia: ‘Oggi sono davvero contento!’. E con lui lo erano tutti. Vi era la gioia di chi ha negli occhi la bellezza – che nella Bibbia indica anche la bontà – di una comunità fatta di preti, laici, religiosi, uomini e donne, ciascuno con ruoli e carismi distinti e diversi, che proprio in questa diversità trovano ragioni per amare la loro ‘Chiesa’. (Cosa che il ‘mondo’ fatica a comprendere, fissato com’è sulla gerarchia!). ‘Le vostre storie – ha detto l’Arcivescovo all’omelia – sono molto differenti l’una dall’altra, ma tutte convergono nella scoperta di Gesù, Signore della vostra vita. È bella la vostra risposta alla Sua chiamata a seguirlo per le vie d’una sequela radicale già percorsa dai Dodici, tra i quali Pietro e Paolo che oggi ricordiamo. È bello essere preti ed esserlo oggi, tempo di combattimento, ma tempo anche di tante speranze e di tante possibilità d’azione. È un oggi pastoralmente ben delineato. È in atto, infatti, una svolta radicale dell’approccio alla fede, che da possesso tradizionale e per lo più acritico sta diventando, e deve diventare sempre più, scelta personale, motivata, adulta, coerente con la vita. A questo problema di fondo si deve rispondere con un annuncio nuovo della fede, appassionato, vivo, testimoniante, su misura per l’uomo d’oggi, per il quale annuncio dovete essere preparati in maniera particolarissima. È quello che anche il Sinodo vi chiede, giacché la Chiesa esiste per evangelizzare. Vedrete voi stessi – ha concluso mons. Chiaretti – quanta gente benedirà le vostre parole, le vostre mani, la vostra pazienza, la vostra tenerezza di padri’ per averli aiutati a ritrovare speranza e un nuovo rapporto con il Dio della misericordia e della consolazione’.

AUTORE: Maria Rita Valli