Nella Parrocchia di Bastia Umbra il Centro S. Michele da diversi anni è il punto di riferimento per i giovani, ma in questo momento corre il rischio di ridurre i servizi offerti ai ragazzi e alle famiglie per la difficoltà di trovare un certo numero di operatori che aiutino costantemente. E’ importante instaurare un contatto educativo continuato con i giovani.Sono queste le idee che ha messo in luce Stefano Cetra, responsabile del Direttivo del Centro nella serata di martedì 17 aprile nella riunione con tutti i rappresentanti dei gruppi della Parrocchia, che si è tenuta presso le Monache Benedettine a Bastia Umbra. Il Centro da luogo di fede per i giovani, deve diventare il luogo di tutti, dove si costruisce il futuro della Comunità. Tutto questo può essere possibile con la presenza e l’aiuto degli adulti, quindi con la stretta collaborazione degli altri gruppi pastorali. A questo proposito abbiamo intervistato Stefano Cetra e insieme a lui, Claudia Ciacci, anche lei membro del Direttivo del Centro. Quali sono le problematiche e le difficoltà che avete incontrato nel Centro S. Michele? “Le difficoltà incontrate si possono suddividere in due livelli: la prima è che la fascia di età dai bambini agli adolescenti è varia, capire e interpretare le loro molteplici esigenze non è semplice. Non è facile trovare delle attività che coinvolgano i giovani. Non ci sono ricette preconfezionate. La seconda nasce dal fatto che non c’è un gruppo di persone all’interno del Centro che possa garantire un servizio continuativo e non più sporadico. Un merito comunque si deve attribuire ai Confratelli che si sono dedicati con molto impegno a migliorare la vita del Centro”. Visto che ormai è da diversi anni che si effettua la festa dei giovani del Centro, questa, quali obiettivi e finalità si pone? “La festa deve diventare un momento di allegria per tutta la Comunità parrocchiale, non è da considerarsi solo la festa dei giovani, ma di tutti. Questa deve assumere volto e identità nuove. Lo scopo è quello di dare la possibilità a ognuno di esprimersi attraveso vari canali espressivi. E’ importante viverla come un momento di comunione, di incontro tra le generazioni. E’ un modo per educare i giovani allo spirito comunitario, come quello parrocchiale”. In questo momento voi, come Direttivo del Centro, cosa pensate di fare? “Noi come Direttivo non vogliamo sentirci come una realtà a sè, ma un gruppo che si pone al servizio della vita del Centro che deve essere integrato nel progetto pastorale”. Dato che ci stiamo avvicinando alla stagione estiva, quali sono le iniziative che il Centro ha in programma? “Nei sabati di maggio verrà organizzato l’oratorio settimanale per i bambini della 1′ 2′ 3’elementare; inoltre ci sarà un oratorio estivo che inizierà dopo il termine della scuola fino alla fine del mese di giugno, un unico turno per due settimane. E’ in progettazione un’attività di servizio, di aiuto per i ragazzi nell’adempimento dei compiti scolastici nel mese di luglio”. Stefano e Claudia, come membri del Direttivo del Centro, cosa chiedete alla Comunità ? “Il Centro chiede che tutta la Comunità viva maggiormente quest’esperienza, integrandosi al suo interno, per garantire un maggiore sviluppo delle attività, per attuare un vero e proprio percorso educativo per la crescita e la formazione dei giovani”. La riunione è stata presieduta dal parroco don Francesco Fongo, il quale ha espresso la propria opinione: “E’ necessario far vivere il Centro, deve essere visto come una struttura polivalente per tutta la Comunità. E’ indispensabile che si coinvolgano tutti i gruppi ecclesiali, che ognuno porti la propria esperienza per arrivare a una coopartecipazione diretta di tutti e non essere solo degli usufruitori.”
Mancano operatori che aiutino costantemente nell’attività
Centro San Michele / L'importante funzione educativa e ricreativa verso i giovani
AUTORE:
Ombretta Sonno