In Umbria, nonostante problemi dovuti principalmente alla mancanza di magistrati e soprattutto di personale amministrativo, il “sistema giustizia è sostanzialmente sano”. Lo ha sottolineato sabato scorso, nella solenne cerimonia per l’inaugurazione dell’anno giudiziario, il presidente della Corte d’appello di Perugia Mario Vincenzo D’Aprile, concludendo la sua relazione, con tanti dati e numeri, sulla situazione degli uffici giudiziario della nostra regione.
“Emergono criticità di vario genere, alcune più gravi e altre meno – ha detto – ma sono tutte sotto controllo. La carenza del personale amministrativo è fortemente condizionante e richiede urgenti rimedi. Gli uffici – ha proseguito – sono quotidianamente impegnati in sforzi che spesso sono veramente al limite delle loro possibilità”.
Con la riforma delle Circoscrizioni giudiziarie del 2013, in Umbria sono rimasti in funzione solo tre tribunali: a Perugia, Spoleto e Terni, e questo ha comportato problemi di riorganizzazione, con l’accorpamento di uffici e trasferimento di personale, che hanno richiesto tempo per essere risolti. Anche perché, su un organico già insufficiente di 124 magistrati, quelli in servizio nel novembre scorso erano solo 119. “Attualmente – ha osservato D’Aprile – la situazione è leggermente peggiorata per trasferimenti e pensionamenti”. È previsto l’arrivo di altri magistrati nel distretto giudiziario dell’Umbria; e il presidente della corte d’Appello si è augurato che questo avvenga il prima possibile.
Ancora più critica la situazione del personale amministrativo, per il quale i vuoti nell’organico sono addirittura aumentati rispetto all’anno precedente. Manca quasi un quarto del personale previsto, con un record del tribunale di Perugia dove la percentuale di “scopertura” è del 33 per cento. Con prospettive ancora più negative per il futuro: “Ulteriori criticità sono alle porte – ha detto – poiché non vi saranno assunzioni nell’immediato, mentre i pensionamenti sono ricorrenti in tutti gli uffici per l’elevata età media dei dipendenti”.
“I nostri uffici comunque – ha proseguito – continuano a funzionare, ritengo, in maniera soddisfacente” grazie alla “abnegazione e competenza” di magistrati, cancellieri e assistenti giudiziari che “quotidianamente e silenziosamente portano avanti il loro impegno sacrificando esigenze personali e della famiglia”. Ciò, nonostante “i segnali a volte non certo incoraggianti della amministrazione centrale” e, per il personale amministrativo, nonostante i “non sempre adeguati riconoscimenti economici”.
Ci sono poi anche problemi logistici, in particolare a Perugia, dove gli uffici giudiziari sono distribuiti in ben 5 diverse sedi, con locali non sempre adeguati per la fruibilità e la sicurezza. Con costi più alti, disservizi e disagi per personale e utenti, che devono spostarsi tra uffici distanti tra loro. Il presidente ha auspicato che per il progetto di riunirli in una “cittadella giudiziaria” da realizzare nell’ex carcere di Perugia, vuoto da una ventina di anni, si giunga a “qualche risultato in tempi relativamente brevi”.
Dunque, tanti problemi da risolvere, ma nel complesso in Umbria i tempi della giustizia, sia nel civile che nel penale, sono nella media italiana. Con situazioni diverse per quanto riguarda gli arretrati (migliaia di procedimenti) nei vari uffici di Perugia, Terni e Spoleto; ma, con i provvedimenti organizzativi adottati, il presidente della corte d’Appello ritiene che nel prossimo futuro si possa arrivare a una drastica riduzione dei fascicoli arretrati, fino alla completa eliminazione.