Avveduto lettore, senti questa riflessione di Simone Weil. Poi ne riparliamo.Primo: la Bibbia impegna tutti ad amare Dio con tutto il cuore. Amare Dio è l’unica cosa che nessuno, ma proprio nessuno può permettersi di non fare. Secondo: “Ama Dio con tutto il cuore” è un comandamento, non un consiglio; non è un congiuntivo ottativo (che cioè esprime un desiderio, un augurio, un auspicio) ma ad un imperativo: secco.Terzo: “Amare Dio” nell’esperienza di tutti coloro che lo hanno conosciuto di persona consiste nel fatto che Dio viene e visita l’anima e la prende per mano e le promette di sposarla. L’anima prende coscienza di quella visita, si lascia guidare oppure rifiuta di lasciarsi guidare.Ma questa è un’esperienza riservata a pochi. Pochi avvertono chiaro e personalmente impegnativo il comandamento di amare Dio e il relativo percorso interiore. La stragrande maggioranza degli uomini non farà mai e poi mai quell’esperienza. E allora come si giustifica il carattere universale e permanente di quel comando, “Ama Dio”?Che dire. Chi ha formulato quel comando o non sapeva nulla della vita degli uomini, oppure pensava l’amore di Dio come un qualcosa di diverso rispetto a quella visita personale, con relativa risposta della coscienza pienamente informata, positiva o negativa che sia. Ma siccome chi ha formulato quel comando del succo della vita sapeva tutto, ma proprio tutto, non ci resta che concludere: oltre l’amore esplicito di Dio, esiste anche un altro amore di Dio, che non è né esplicito né diretto, ma indiretto ed implicito. È amore vero e salvifico, ma non può avere Dio per oggetto, poiché Dio non è presente alla coscienza, o quanto meno non lo è ancora mai stato. E’ destinato a diventare amore di Dio? Certo è che per adesso non lo è. Ha un altro oggetto, diverso da Dio anche se non estraneo a Lui. Ma… c’è un ma: il comandamento non dice “Ama Dio con tutto il cuore rendendoti conto di chi è lui”. No, non è indispensabile rendersene conto. Possono farlo tutti, anche quelli che non se ne rendono conto.Pensaci su, avveduto lettore. Ne riparliamo.