di Daris Giancarlini
Qualcosa si muove per rivitalizzare, almeno dal punto di vista commerciale, il centro storico di Perugia. Una neonata associazione di cui fanno parte un centinaio di esercizi commerciali, con un nome impegnativo e simbolico (“Perugia trasparente”) si propone di “invertire la tendenza alla desertificazione” di questa parte di città. Obiettivo non facile, visto che la ‘desertificazione’ commerciale (e non solo…) dell’acropoli perugina è un processo in atto da decenni. La prima iniziativa dell’associazione in questione fa riferimento alla necessità per l’Università dei sapori, istituzione formativa nel settore gastronomico, di trovare una nuova sede, dovendo abbandonare quella, storica, di Montebello alla periferia sud del capoluogo umbro.
Ebbene, la richiesta di ‘Perugia trasparente’ al Comune e agli altri soggetti interessati è che la nuova sede venga individuata nel centro storico. Una sede ‘nobile’ per un ente formativo di alto livello con un forte indotto economico, culturale e turistico. L’associazione non indica una sede particolare, ma nell’acropoli ce n’è una che sarebbe perfetta: il Mercato coperto, in corso di ristrutturazione. Sarebbe – tanto per restare in tema – come mettere il cacio sui maccheroni. Con una risposta di alto profilo a chi chiede – e non sono soltanto i commercianti, ma anche molti residenti – di non fare del centro storico perugino una cartolina senza vita, uno sfondo immobile per manifestazioni ed eventi più o meno importanti. Perché le cartoline, anche le più belle, alla lunga sbiadiscono.