C’è un’Umbria sconosciuta ai più perché si può vedere solo dall’alto: un territorio sbalorditivo che, come nella sindrome di Stendhal, “può provocare vertigini”.
“Vertigine Umbra” è una grande mostra che ci vuole restituire numerosi e significativi brani paesaggistici e architettonici della regione pressoché ignoti, colti da ottiche e strumenti diversi.
Si è partiti dal drone, oggi tanto di moda, che ha ripreso l’Umbria in lungo e in largo, sorvolando a volo d’uccello boschi e colline, fiumi e laghi, accarezzando poi architetture e case dei borghi.
Più ardite nella loro evidente incertezza le immagini girate dal parapendio e dall’elicottero. Fredde le aerofotogrammetrie e i plastici a uso militare.
C’è anche un pizzico di storia e allora ecco la cartografia dell’Umbria: dallo Schedel del 1493, dal Piccolpasso del 1579, dal Blaeu secentesco, alla celeberrima stampa di Perugia del Mortier del 1724.
Erano invece alquanto conosciuti gli scatti di fotografie dall’aereo di Paolo Ficola (Ars Color): immagini di un’Umbria multiforme, fantastica, di borghi dalle piante ordinate, di fiumi che s’insinuano fra le curve delle colline verdi e raggiungono catene montuose lontane.
Fotografie, spesso, che tradivano un gusto pittorico, nel senso che coglievano aspetti e colori dell’Umbria che ricordano Perugino, Piero della Francesca, e poi Dottori e Burri, ma anche Mondrian: paesaggi dal vero o idealizzati.
Facile allora pensare all’Aeropittura avendo in Umbria il maestro di questo svolgimento futurista, Gerardo Dottori, e fra i suoi seguaci Alessandro Bruschetti. Le visioni dall’alto, distorte e dilatate, capovolte, a fish eye, spesso realiste, più spesso trasfigurate, come recitano i canoni della poetica del Manifesto dell’Aeropittura futurista del 1931 e quelli del Manifesto Umbro dell’Aeropittura Futurista del 1941 di Dottori, sono l’ultimo e probabilmente il più importante capitolo di questa mostra, soprattutto nell’aspetto, come accennato, del confronto – incontro, della contaminazione con le immagini, fisse o in movimento.
Nasce così “Vertigine Umbra”, voluta dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia e dal suo presidente Carlo Colaiacovo, realizzata da Cariperugia Arte, presieduta da Giuseppe Depretis, diretta da Maria Cristina De Angelis, aperta a Palazzo Baldeschi al Corso fino al 25 ottobre (chiuso il lunedì), con la collaborazione per la parte pittorica degli Archivi Dottori dotata di un bel catalogo di Aguaplano di Raffaele Marciano con introduzione di Grohmann, un testo di Andrea Baffoni, apparati di Francesca Duranti e un testo del sottoscritto.
Un lungo percorso espositivo diviso in sezioni dedicate ai singoli autori: una sessantina le fotografie di Ficola, 24 i dipinti di Dottori e 5 di Bruschetti, alcuni dei quali inediti o esposti per la prima volta, e poi la grande sala dedicata ai confronti, alcuni sbalorditivi come “Aeropittura” di Dottori (primi anni Trenta) vicino alle foto dall’alto di Melezzole e Paciano; si possono vedere anche film e documentari rarissimi come quello sull’Umbria di Folco Quilici e Pittori con le ali restaurato dalla Fondazione per l’occasione.
Sulla mostra hanno messo gli occhi Sviluppumbria e il Centro estero della Camera di Commercio, come veicolo in grado di rappresentare bene l’Umbria a livello internazionale, tant’è che l’iniziativa è stata presentata a Milano, nell’ambito di Expo e di Umbria Experience nello spazio dell’Adi, Associazione per il Design industriale, con contorno musicale del gruppo umbro Tritone.