“Pubblicare delle pagine inedite di uno scrittore considerato tra i maggiori della sua terra, la Polonia, è certo un punto di orgoglio e di soddisfazione”, scrive Rita Fanelli Marini a nome dell’associazione Orfini Numeister di Foligno presentando un recente libro del concittadino Arnaldo Picuti intitolato Pagine sull’Umbria scritte da Gustaw Herling, uno dei più grandi scrittori polacchi del secolo scorso.
Noto soprattutto per le memorie degli anni da lui trascorsi in un gulag sovietico, al termine delle guerra Herling si stabilì definitivamente a Napoli, ove sposò una figlia di Benedetto Croce, partecipando attivamente alla vita letteraria italiana con saggi e articoli su riviste e giornali nonostante l’ostracismo – per i suoi trascorsi politici – da parte di certa intellighenzia politicamente connotata.
In seguito a varie visite ad alcune città dell’Umbria – “regione che prediligo di più in Italia” e “le città a cui mi sento più legato”, come si legge nel suo Diario scritto di notte – scrive: “Sarei volentieri andato ad abitare in questi piccoli centri ‘a misura d’uomo’, poiché non amo e rifuggo dal senso di anonimato delle grandi metropoli. (…) C’è in ogni cosa un che di irreale, di sonnolento, di rallentato, ed è così che rimarrà impressa nella mia memoria tutta l’Umbria. Una regione a parte, un paese ove il tempo trascina, poi si ferma e di nuovo riprende il suo pigro corso”.
“Di Assisi – scrive – sono stato letteralmente innamorato”. Di Todi ricorda “la meravigliosa piazza con la gradinata che sale alla cattedrale”; di Spello “i rocciosi corridoi delle stradine”, di Bettona “le mura in origine etrusche”; di Perugia “il piccolo oratorio dei camaldolesi, San Severo, che viene aperto soltanto facendone richiesta al guardiano”; di Orvieto, gli anziani sulle panchine “tendere l’orecchio alle voci del tempo che passa osservando immobili la facciata del Duomo”. E vede Bevagna come un “gioiello in miniatura, con la sua piazza che ha tutto il diritto di comparire nella prima fila delle celebri piazze delle rinomate cittadine umbre”.
In occasione di un settimanale soggiorno in un monastero di quest’ultima cittadina, di Foligno scrive: “Ecco la sua piazza, la grande piazza che, nella città deturpata dagli edifici moderni, riluce come una perla in un intarsio di scadente fattura. Qui, annuncia una lapide sulla parete della cattedrale, nell’anno 1206 il giovane figlio di un mercante di Assisi, il futuro san Francesco, ‘compì il primo passo verso la sua vita evangelica, vendendo le merci e il cavallo che possedeva per ricavarne i denari necessari per ricostruire la chiesa di S. Damiano nella vicina Assisi.’ E di fronte, nel palazzo del Comune, il bibliofilo Orfini offrì al mondo nell’anno 1472 il primo esemplare a stampa della Divina Commedia”.
Il nuovo libro dell’avv. Picuti, appassionato anch’egli della storia e delle tradizioni di questa regione come testimonia anche la sua splendida “guida” della collana Le città d’arte, dedicata a Nocera Umbra, è arricchito da dieci originali disegni dell’artista folignate Luigi Frappi.
Queste pagine che Herlig dedica all’Umbria come dichiarazioni d’amore per il suo peculiare ambiente naturale e lo straordinario patrimonio artistico meritavano dunque di essere pubblicate. Non tanto per solleticare l’orgoglio di esserci nati o di viverci, quanto per ricordare che solo apprezzando il patrimonio dei padri è possibile assicurare un degno futuro ai figli.