L’Umbria “invisibile” delle tv di comunità

Un progetto per la televisione e i giovani
Don Riccardo Pascolini
Don Riccardo Pascolini

La “tv di comunità” ha contribuito a raccontare sullo schermo quell’“Umbria invisibile” dei tanti giovani che donano il loro tempo agli anziani, alle mense della Caritas, nelle diverse realtà del volontariato, e che reagiscono alle difficoltà di trovarsi un lavoro inventandolo.

Una rappresentazione ben diversa da quella che arriva ogni giorno dagli schermi di televisione, pc, tablet e dalle pagine dei giornali che raccontano di una gioventù rassegnata, rinchiusa nel recinto dei social network, con poca voglia di lavorare e di studiare; giovani “fatti” di alcol e droga, aguzzini e vittime delle violenze del bullismo.

La Voce ne ha parlato con don Riccardo Pascolini, giovane anche lui (34 anni), che dal 2008 è direttore dell’ufficio per la Pastorale giovanile della diocesi di Perugia. Coordinatore degli Oratori perugini e di quelli dell’intera Umbria, dal novembre scorso ha assunto anche l’importante incarico di presidente del Forum dei 7.000 oratori italiani.

“Purtroppo – osserva don Riccardo – esiste un forte disagio giovanile, allarmante in molti suoi aspetti, in una società che, per tante e troppe cause, ha confini generazionali assolutamente precari, difficoltà educative e in cui i ragazzi fanno fatica a trovare certezze su cui crescere e responsabilizzarsi. Un nostro tentativo di risposta a queste problematiche è l’associazione di volontariato ‘Perugia per i giovani’, nata nel 2009. L’intento è quello di promuovere la crescita umana dei giovani, realizzando progetti ed eventi, sostenendoli e accompagnandoli in percorsi di carattere educativo, formativo, aggregativo, ludico, sportivo, caritativo, socio-assistenziale, artistico e culturale.

In questa esperienza, come nella realtà oratoriale, quotidianamente abbiamo modo di vedere che i ragazzi spendono tempo e energie gratuitamente, nelle parrocchie, negli oratori, nelle associazioni, nell’educazione dei ragazzi, nel servizio ai malati, agli anziani e ai poveri, nell’impegno nelle missioni. I giovani, se ben motivati, sostenuti e sollecitati, possono veramente credere nelle proprie capacità, investire su se stessi ed essere protagonisti del proprio futuro”.

Esperienze come la tv di comunità possono servire a far conoscere una realtà del mondo giovanile più positiva; e soprattutto, sono utili a questi giovani abituati a relazionarsi sui social media ?

“Abbiamo provato a mettere sotto gli occhi della città il buono del nostro territorio, mostrando soprattutto come basti dare la possibilità ai giovani di mettersi in gioco con impegno, perseveranza e un po’ di creatività per realizzare progetti concreti, che mostrano il loro potenziale e vanno incontro alle esigenze dei loro coetanei. Basti citare il progetto dello skate-park all’oratorio ‘C’Entro’ di Ponte San Giovanni, del quale si parla in un documentario, pensato, disegnato e pianificato dai ragazzi. Altro importante esempio di partecipazione è l’impegno concreto del Forum regionale dei giovani umbri, esempio di collaborazione e integrazione fra tutte le anime ed espressioni del mondo giovanile umbro”.

Quale è il vostro rapporto con le istituzioni locali?

“I rapporti con le istituzioni sono fondamentali per il mondo oratoriale, ma anche per tutto il panorama del mondo delle associazioni, in quanto il servizio che viene svolto in oratorio non si può scindere dagli altri servizi che il territorio offre o di cui ha bisogno. Regione, Comune e Provincia, Ufficio scolastico regionale, prefettura insieme al Tribunale dei minori e alla scuola, in Umbria, collaborano attivamente con l’oratorio, secondo il principio di sussidiarietà proprio a ciascuno, a favore dei giovani e della cittadinanza tutta. Il contributo regionale per gli oratori (dovuto alla legge regionale n. 28 del 2004) è stato un atto importante, di riconoscimento formale e sostanziale della funzione sociale svolta. Esso permette di programmare, progettare e raggiungere obiettivi altrimenti difficilmente attuabili per i nostri oratori”.

Più del 40% di disoccupati tra i giovani, con un 27% circa di under 30 che non studiano, non hanno un lavoro e hanno anche rinunciato a cercarlo. Il documentario invece racconta di giovani che si sono inventati o stanno cercando di inventarsi un’occasione di lavoro. C’è qualche esperienza di questo tipo maturata grazie alla vita di oratorio?

“Nella vita d’oratorio crediamo che si possano maturare relazioni positive di crescita e condivisione, si possa avere un sostegno e un supporto nel percorso di studi, nell’orientamento alle scelte. Crediamo anche che nello scambio generazionale si possano trasmettere saperi, avere incontri e fornire opportunità, talvolta anche lavorative. Nella formazione di tutti i giovani animatori ed educatori abbiamo visto nel tempo che non si formano solo tecnici specializzati, ma si accompagna la crescita di una persona, a livello integrale, che potrà poi trovare il suo posto nella vita e spendersi al meglio per se stessa e per gli altri anche nell’ambiente lavorativo”.

 

Come funziona

Il progetto “Tv di comunità” era stato avviato alla fine del 2012 con la collaborazione dell’Ordine dei giornalisti e dei Cesvol (Centri servizio volontariato) per cercare di fare conoscere e valorizzare questa realtà spesso sconosciuta, della quale però in Umbria fanno parte migliaia di persone. Questo, mediante la produzione di filmati da diffondere in programmi tv e in occasione di manifestazioni, convegni e dibattiti. Sono stati 48 i video realizzati da una rete di soggetti no profit nell’ambito di quattro progetti: FairTv (che ha visto come capofila Monimbò e associazione Pettirosso), KmZero-Videolab (cooperativa Fioreverde), EverGreen2 (associazione Perugia per i giovani) e Domino – Reazione a catena (Cesvol di Terni e Perugia). Lorenzo Grighi, ex allievo della Scuola di giornalismo radiotelevisivo di Perugia che ha collaborato alla iniziativa, ne ha tratto i due interessanti documentari presentati al Postmodernissimo.

Al Perugia Social Film Festival, appena concluso, sono stati presentati due documentari prodotti dal Corecom Umbria per il progetto “Tv di comunità” ( vedi sopra ) che – come sottolineato dalla presidente del Corecom Gabriella Mecucci – raccontano “un’Umbria diversa. Una realtà troppo spesso invisibile, fatta di persone che si aiutano e che non si dimenticano di chi è in difficoltà. Una realtà composta anche da tanti giovani che non si rassegnano, e che investono su se stessi e sul proprio futuro”.

Tante le storie e le situazioni in quelli che la presidente del Consiglio regionale Donatella Porzi ha definito “piccoli prodigi quotidiani”. Prodigi che – ha detto Antonio Socci, direttore della Scuola di giornalismo radiotelevisivo – “nella narrazione giornalistica sono lasciati colpevolmente in ombra”.

Nel primo documentario presentato al Festival si comincia da Perugia, con il doposcuola organizzato all’oratorio di San Sisto e la pista di pattinaggio all’oratorio “C’Entro” di Ponte San Giovanni, un progetto interamente costruito dai ragazzi che lo hanno pensato, disegnato e pianificato. E ancora l’esperienza dell’Emporio della Caritas e dell’assistenza fornita a studenti disabili dell’Università perugina.

Belle le storie di questa “Umbria invisibile” anche in provincia di Terni. Come quelle dell’associazione Aladino, che assiste ragazzi con difficoltà psichiche aiutandoli a vivere le esperienze quotidiane di tanti loro coetanei in città; e del Centro diurno “Marco Polo” che assiste quelli che per tanta gente sono ancora “i matti”. Sono tante le storie di “questa Umbria – come si afferma nel documentario – pronta ad aiutare”, l’ultima delle quali porta lo spettatore nel clima sereno e perfino allegro della “Casa dei girasoli” di San Giustino, dove gli anziani ospiti e i giovani volontari cantano e suonano la chitarra come in una festa familiare con nonni e nipoti.

Del secondo documentario sono protagonisti giovani che con talento e creatività hanno superato la paura di “non farcela”. Ad esempio, gli studenti che in un anno e mezzo di intenso lavoro hanno scritto, girato e interpretato a Perugia il cortometraggio Alla luce dei tuoi occhi, accumulando competenze che per alcuni di loro potrebbero tradursi in occasioni lavorative. Un viaggio per dare spazio a questi giovani “con tanta voglia di provarci” che tocca varie località e esperienze, come a Foligno con il progetto degli orti solidali, Corciano con l’innovativa esperienza di collaborazione nel laboratorio Hub Corciano e nella provincia di Terni con i progetti del “Mercato brado” e “Mettiamoci in gioco”.

 

AUTORE: Enzo Ferrini