L’offerta “corporea” del Csi

Assisi. Convegno del Centro sportivo italiano su “Protagonisti del bene comune. Lo sport al servizio della sfida educativa”

In un mondo sempre più digitalizzato in cui la relazione diretta tra le persone pare soccombere di fronte all’utilizzo sempre più esteso di social network per comunicare, lo sport ha una dimensione “corporea” che favorisce l’incontro. Dal convegno del Centro sportivo italiano di Assisi “Protagonisti del bene comune. Lo sport al servizio della sfida educativa”, che ha visto la partecipazione di circa 600 delegati da tutta Italia, con la presenza di campioni dello sport come Gianni Rivera e Andrea Zorzi, è emerso che lo sport può rappresentare un antidoto all’approssimazione e all’esperimento per promuovere un cammino impegnativo e formativo. Mons. Domenico Pompili, direttore dell’Ufficio nazionale per le Comunicazioni sociali della Cei, ha ricordato che “i social network sembrano infatti essere diventati i canali esclusivi di relazione che rivelano bisogno di comunità e di identificazione senza pregiudizi. Senza però sottovalutare un invadente senso d’inquietudine. Ormai si può parlare di cultura digitalizzata della quale farsi carico. L’offerta “corporea” che lo sport è ancora in grado di offrire rende allora il Csi soggetto privilegiato per mantenere la “fisicità di un incontro” e la “concretezza” della comunicazione”. La Chiesa sottopone dunque all’Associazione cinque punti riequilibrativi della situazione oggi troppo sbilanciata verso una dimensione prettamente virtuale: “Fare esperienza e non solo esperimenti”; “Agire e non solo gareggiare”; “La parola e non solo le parole”; “Educarsi e non solo educare”. È il nuovo, impegnativo campo di azione per il Csi nel decennio della sfida educativa. Mons. Pompili ha sottolineato inoltre che lo sport “fa saltare l’illusione per cui ogni esperienza è reversibile e che si possa sempre tornare indietro”. È intervenuto anche padre Kevin Lixey, responsabile per il Pontificio Consiglio per il laici della “Sezione Chiesa e sport”, ricordando che “lo sport è un bene comune, perché formato da individui che fanno collettività. Il Csi sa proporre un’attività di qualità che ha ulteriori prerogative”. L’intervento di don Alessio Albertini, segretario della commissione dello sport della diocesi di Milano, fratello dell’ex calciatore del Milan, Demetrio, chiede attenzione al Csi perché “l’associazione non deve trasformarsi in una stazione di servizio in cui si utilizza tanto tempo per le assicurazioni e per la burocrazia ma non occorre dimenticare il cuore. Non dobbiamo essere impiegati dell’amore ma protagonisti dell’amore impiegato”.

AUTORE: Romano Carloni