Lo sport è… politica

Si è svolto nei giorni scorsi ad Assisi il meeting nazionale del Centro sportivo italiano (Csi)

Il Centro sportivo italiano (Csi) si è dato appuntamento alla Domus Pacis di Santa Maria degli Angeli per il tradizionale meeting dell’Immacolata, dedicato nel 2009 a “Lo sport di oggi per l’Italia di domani. Il contributo del Csi alla costruzione del bene comune”. Un appuntamento, aperto quest’anno a 700 delegati provenienti da tutta Italia in rappresentanza degli 850 mila tesserati Csi, per fare il punto sulla “politica”, le prospettive e le sfide dell’associazione sportiva di stampo cattolico nata più di cento anni fa. Un movimento che in tutta Italia conta 13 mila società che organizzano tornei e attività in 72 discipline sportive. Dopo le fasi di gara provinciali e regionali, i campionati culminano nelle finali nazionali delle discipline più praticate: calcio, pallavolo, pallacanestro, tennis tavolo, nuoto, arti marziali, atletica, corsa campestre e ginnastica. La sfida del Csi, ribadita anche dal palco francescano, è quella di crescere del 10%, con l’impegno di tutti i volontari che compongono l’associazione e che offrono ogni anno 12 milioni di ore di impegno gratuito. Nell’ultima stagione l’associazione sportiva di base, su tutto il territorio nazionale, ha incassato un buon risultato: un incremento dell’8% dei tesserati e dell’2,1% delle società sportive. Una crescita che non deve essere solo sportiva, ma anche associativa. Al meeting di Assisi hanno partecipato esponenti del mondo politico come i parlamentari Paola Binetti e Marco Calgaro, di quello sportivo, come l’indimenticabile mister dell’Italia dei miracoli Julio Velasco, mentre il vice presidente del Comitato olimpico internazionale Mario Pescante ha chiuso la tre giorni. Molto atteso l’intervento del presidente nazionale del Csi, il milanese Massimo Achini: “Abbiamo tre occasioni irripetibili da cogliere: la sfida educativa lanciata dalla Chiesa cattolica per il prossimo decennio, la ricerca del bene comune ovvero l’impegno in politica richiesto ai laici cristiani, e il futuro del sistema sportivo”. Il numero uno ciessino ha quindi parlato di una “scossa di adrenalina associativa utile ad un Csi fatto per giocare partite impossibili (educazione, esempio di Gesù), con due sentimenti dominanti: orgoglio per chi veste la maglia Csi, una maglia storica che fa venire i brividi; e un grande senso di responsabilità, che ci proviene dalla grande forza che abbiamo”. Sul primo obiettivo ha spiegato: “La Chiesa è casa nostra ed è nel sentirsi Chiesa che si gioca il destino dell’associazione. La sfida educativa è grande, la Chiesa ce lo chiede e noi ci siamo come sempre in fatto di educazione. Dubbio zero: l’ispirazione cristiana è il vero carisma del Csi. Occorre però passare dalle convinzioni alle testimonianze. Questa è la fatica da vivere insieme”.

AUTORE: A. F.