Lo Spirito santo, il nostro vero parroco!

SamueleBiondini-Don_250_CMYKCiao a tutti, sono don Samuele, da 4 anni a “San Pio X” in Città di Castello. Ma è lo Spirito santo, con la sua sposa Maria, il vero parroco! Io e don David siamo i Suoi più stretti collaboratori e, come si suol dire, cerchiamo di non rendergli più difficile il lavoro. I problemi sociali del territorio in cui viviamo sono grandi. Queste le principali linee pastorali di “don Spirito” a San Pio X. 1) La celebrazione eucaristica deve essere curata alla perfezione; la predica la vuole dettare Lui, e per questo è necessario tanto tempo per ascoltare ciò che noi preti dobbiamo dire. Su questo non transige: non solo nei contenuti, ma anche nel modo di esporli. 2) Il secondo punto è una citazione da Papa Francesco (EG 28): la parrocchia “è comunità di comunità, santuario dove gli assetati vanno a bere per continuare a camminare, e centro di costante invio missionario”.

Noi stiamo lavorando per costruire una parrocchia così: formata da piccole comunità chiamate “cellule” unite in un solo corpo chiamato “parrocchia”. Si entra cristiani e si esce evangelizzatori. 3) Rinnovare il catechismo coinvolgendo i genitori. È il progetto “Catecasa”: sosteniamo i genitori nel loro diritto e dovere di educare i figli alla fede, piuttosto che sostituirci a loro. 4) Il nostro amatissimo parroco vuole che io e David siamo disponibili all’ascolto delle persone: la parola d’ordine è “accoglienza senza giudizio”. 5) Educare alla preghiera in molte modalità. 6) Corsi di formazione approfondita della nostra fede, attraverso la scuola Sant’Andrea. 7) Quando è arrivato don David, lo Spirito santo ci ha fatto un’altra richiesta: aprire le porte della parrocchia agli “ultimissimi”, dando un posto per dormire e mangiare. Alcuni anche per accompagnarli in un percorso di vita, altri solo a modo di dormitorio.

È nata così la “Casa della carità”. 8) Oratorio parrocchiale “Torre di Davide”: un vero argine al disagio dei più piccoli. 9) I gruppi giovanili… qui il “nostro parroco” vuole che impegniamo i nostri dopo-cena. 10) Ultima indicazione temporale è il cammino di formazione per chi chiede il battesimo: personalizzato in tre incontri. Uno con me, uno con David e uno con una coppia di discepoli laici. 11) I marriage course, iniziativa appena arrivata da noi a sostegno delle coppie che vogliono migliorare o rinnovare il loro stare insieme, attraverso una serie di otto cene in una famiglia (coppia guida). 12) Da subito lo Spirito santo ha chiesto grande attenzione a funerali e benedizione delle famiglie; non vuole che li viviamo in modo abitudinario, ma come luogo dove annunciare il kérygma. Se io leggessi questo articolo penserei: “Questo parroco è un gradasso” che mette in mostra se stesso. Spero che il lettore abbia il cuore più puro del mio! La cosa fantastica è che non siamo preti iperattivi: abbiamo collaboratori che agiscono con grande autonomia. La parte economica è totalmente delegata, anche se è sempre in preghiera che decidiamo i lavori da svolgere. Anche le persone che accogliamo nella Casa della carità diventano spesso risorse. Ringraziando Dio, ci sono degli “angeli” che tengono pulita la chiesa e le sue strutture.

Il buon rapporto con la società rionale è spesso molto utile: senza di loro, mettere a tavola, ad esempio, centinaia di persone per qualche festa, sarebbe impossibile. Sono contento di poter scrivere queste righe: magari qualcuno può aiutarci a migliorare, mentre altri potrebbero essere incuriositi a conoscere meglio qualcosa che facciamo. Mi riferisco soprattutto alle “cellule parrocchiali di evangelizzazione”, strumento semplice ed efficace per fare nuove le nostre parrocchie, senza dover rigirare ai movimenti – pur benedetti dal Signore – l’incarico di farlo per noi. Se qualcuno vorrà contattarmi su questo tema, sarà una grande gioia; il numero di telefono è 329 2274138. Pochi mesi fa abbiamo ricevuto come “Sistema internazionale delle cellule di evangelizzazione” il riconoscimento pontificio come metodo adatto per il rinnovamento delle parrocchie. Come diceva il caro don Gino Capacci, che ha vissuto quest’esperienza: “Le cellule non le vedi mai, perché si riuniscono nelle case, ma chi ne fa parte vive la parrocchia in un modo nuovo, rinnovandola dall’interno”.

AUTORE: Don Samuele Biondini