Ancora una volta lo sguardo si rivolge a Betlemme. L’attenzione è attratta da quella donna e quell’uomo che, pellegrini, custodiscono il Dio fatto bambino. Un giaciglio rimediato nel quale è adagiato l’autore della vita. Un bagliore poi illumina la notte, e un canto di angeli a gente semplice: “Gloria a Dio nei cieli, e in terra pace agli uomini”. E ancora, luce nell’oscurità della notte per guidare uomini da Oriente fino al luogo dove si trovano il Bambino con la madre. Nel piccolo villaggio di Giudea la grande opera di Dio: è nato per noi il Salvatore, Cristo Signore.
Oggi come allora, nel Natale si sosta stupiti di fronte al presepe, espressione della bellezza del Verbo che si fa carne prendendo dimora in mezzo a noi. Oggi come allora, però, vorremo vedere la notte di Betlemme illuminata dalle schiere angeliche, dalla stella che brilla… invece il cielo notturno di quella terra è illuminato non da luci che sanno di vita, bensì dal bagliore delle armi. La terra che ha accolto il Principe della pace è ora in conflitto. Il profeta aveva annunciato che, allo spuntare del virgulto di Iesse, il lupo e l’agnello avrebbero pascolato insieme, il capretto e il leopardo si sarebbero insieme sdraiati, come la mucca e l’orsa, e il vitello e il leoncello avrebbero pascolato insieme. Armonia delle differenze.
La durezza dei cuori, invece, oggi non lo rende possibile: hanno prevalso divisione e sospetto. Ed ecco lo sguardo è nuovamente rivolto a Betlemme perché la profezia possa avverarsi, perché il discendente davidico possa ancora donare la pace, perché le persone di buona volontà possano accoglierla, perché non si oda più pianto e lamento. Betlemme interpella ancora i cuori affinché possano contribuire all’edificazione di una cultura della pace, dove la convivenza delle differenze prende il posto della divisione, dove prevale la vicendevole fiducia e non l’equilibrio delle forze, dove l’accoglienza, l’amicizia, la fratellanza umana soppiantano l’oppressione, la violenza, l’ingiustizia. Il Natale solo allora tornerà a essere memoria di ciò che duemila anni fa avvenne, e che rinnovò l’intero mondo, perché su tutta la terra sia pace!