La scoperta risale all’ ottobre scorso: in occasione di alcuni lavori per la realizzazione di una condotta idrica lungo la via Flaminia, è venuta alla luce, in località Fontemaggio a Scheggia, una necropoli di età longobarda. Lo scavo condotto dalla dott.ssa Clarita Natalini della Soprintendenza archeologica, concluso proprio nei giorni scorsi, ha portato alla luce una serie di tombe risalenti al VI sec. d.C. afferenti “molto probabilmente – come ci ha detto la soprintendente Laura Bonomi Ponzi – ad un piccolo abitato in cui, come accadeva anche in altri centri della zona, longobardi e popolazione locale coabitavano. A conferma della frequentazione della zona – continua la Soprintendente – nel passato nella area adiacente sono stati trovati i resti di terme romane”. La necropoli comprende venti tombe a fossa con pareti rivestite di lastroni di pietra, alcune delle quali con più deposizioni, sia maschili che femminili. Accanto al defunto erano collocati gli oggetti di corredo, quali brocchette di terracotta, pettini d’osso, (oggetti tipici nelle tombe longobarde, soprattutto il pettine che non veniva usato solo dalle donne), orecchini d’argento, vaghi di collane di pasta vitrea colorata, che hanno consentito di attribuire i defunti ad una classe media. La scoperta della necropoli, va a confermare ulteriormente la nutrita presenza di popolazioni longobarde che scendendo lungo la via Flaminia, contesa anche dai bizantini, si erano ben inserite nel contesto locale. “La zona che si estende da Nocera Umbra a Gualdo Tadino, (appartenenti al Ducato di Spoleto) e ora in parte anche a Scheggia, soprattutto nel versante che va verso il confine con le Marche – spiega la Soprintendente – è molto ricca di presenze longobarde, essendo questi due centri i più importanti insediamenti del Ducato di Spoleto. Nel corso del secolo scorso infatti sono state trovate tombe di principi longobardi con oggetti ricchissimi. Recentemente a Nocera Umbra è stata trovata una necropoli mista (di gente longobarda e locale) in località Pettinara, appartenente alla classe media; nel tratto tra Nocera e Gualdo in località Gaifana sono state trovate tombe la cui tipologia riporta a questo periodo, ma prive di corredo: in questi casi si parla allora di tombe appartenenti alla popolazione autoctona che non aveva contatti con la gente longobarda. A Gualdo Tadino sono poi venute alla luce i resti di una necropoli con tombe a fossa scavate direttamente nel terreno, con corredi di cinture, orecchini, pettini d’osso, attribuibili ad età longobarda”. “In progetto – ci anticipa la dott.ssa Bonomi – c’è l’idea di raccogliere una parte di questi corredi longobardi nel Museo del Ducato che dovrebbe essere allestito presso la Rocca di Spoleto, anche se in realtà si tratterà più che altro di un centro di documentazione con materiale di tutto il ducato di Spoleto. Intanto nell’ antiquarium della Rocca Flea di Gualdo Tadino sono già conservati parte dei reperti longobardi ritrovati in quelle zone. Anche lì il progetto è di ampliare il settore archeologico”. “Per il museo archeologico dell’Umbria, nel quale si stà già attuando un nuovo percorso di visita, – prosegue – c’è in programma di ampliare il settore tardo antico – alto medievale – nel quale potrebbero trovare posto anche alcune testimonianze longobarde del nostro territorio”.
Lo scavo ha portato alla luce venti tombe a fossa, risalenti al VI sec. d.C.
Scoperta a Scheggia una necropoli longobarda
AUTORE:
Manuela Acito