Tecnicamente, quando si parla di cittadinanza iure soli o iure sanguinis ci si riferisce alle leggi sulla cittadinanza che uno prende automaticamente quando nasce. Nel primo caso vale il luogo della nascita, nel secondo la nazionalità dei genitori. Alcuni Stati seguono un criterio, altri l’altro, in base alle scelte politiche. Poi può accadere che una persona, nata con una cittadinanza, in seguito ne acquisti un’altra per decreto; e anche qui, ogni Stato ha le sue regole.
Tutte le polemiche che si fanno in Italia (ius soli sì, ius soli no) derivano da un colossale equivoco, o imbroglio. Ci è caduto anche Enrico Letta quando, presentandosi come nuovo segretario del Pd, ha detto che vuole rilanciare la proposta di introdurre in Italia lo ius soli. I suoi avversari politici hanno subito strillato che così si inviterebbero le donne straniere a entrare clandestine in Italia per mettere al mondo figli che automaticamente sarebbero cittadini italiani. Sarebbe un’obiezione sensata (non voglio dire giusta) se la proposta cui alludeva Letta riguardasse veramente lo ius soli.
Invece no: la proposta già avanzata negli anni scorsi dal Pd, e mai arrivata a termine, riguarda invece alcune modifiche al percorso per lo straniero che, dopo avere vissuto alcuni anni in Italia, vuole diventare cittadino. Su queste modifiche è lecito discutere; ma certamente non hanno nulla a che fare con lo ius soli. Perché allora tutti parlano di quello? Perché il Governo che avanzò per primo la proposta era quello di Renzi; e Renzi, si sa, è uno a cui piace atteggiarsi a grande riformatore. All’epoca pensò che battezzare ius soli la sua proposta gli avrebbe acquistato il favore delle frange più radicali della sinistra; una gran furbata.
Non calcolava invece che così forniva un’arma a tutto lo schieramento di destra e centrodestra; un’arma basata su un equivoco (creato da lui), ma molto efficace sul piano polemico. E il povero Letta, rispolverando il termine – ma volendo dire altro – ci è cascato. E poi dicono che non è importante sapere sempre bene di che cosa si parla.