Forse non tutti sanno che, oltre alle molte facoltà universitarie pubbliche, esistono anche le facoltà di Teologia. E forse non tutti lo sanno, perché in Italia la teologia non si studia nelle Università ordinarie, ma solamente in quelle pontificie. Esistono però dei luoghi accademici in cui si studia in modo scientifico e rigoroso la tradizione e l’esperienza cristiana scaturite dalla rivelazione che Dio ha fatto in Cristo. Questi luoghi sono appunto le facoltà di Teologia e tutti gli istituti ad esse collegati. In Umbria esiste solo uno di questi istituti, e si trova ad Assisi: l’Ita. Qui studiano i seminaristi, le religiose e i religiosi, ma anche numerosi laici, uomini e donne, accomunati dall’intento di comprendere più a fondo la propria fede in modo da poterla comunicare nel modo più adeguato all’attuale contesto culturale. Proprio quest’anno l’Ita (Istituto teologico di Assisi) compie 40 anni, e si comprende subito dall’età che non può che essere figlio del Concilio Vaticano II. Prima del Concilio infatti la teologia in Italia – fatta eccezione per le grandi Università romane – non era studiata in enti accademici aperti a tutti i credenti, ma era ad esclusivo appannaggio dei seminaristi, che studiavano in scuole interne al seminario stesso senza confrontarsi con una realtà accademica. Se invece si pensava a studiare scientificamente, allora bisognava aspettare e andare a Roma in una delle grandi Università pontificie. Non esisteva così una formazione teologica accademica legata al territorio ecclesiale, dove le diverse Chiese locali potessero lavorare, esprimersi, formarsi. C’erano i seminari e c’erano le Università romane, con pochissime eccezioni sul territorio italiano. Il Concilio aprì fra le altre anche le porte dello studio accademico e vennero strutturati Istituti e Facoltà teologiche su tutto il territorio nazionale, arricchendo le Chiese locali di centri di ricerca, di formazione, di studio, in cui tutte le componenti ecclesiali si potessero incontrare e comprendere la fede per annunciarla consapevolmente ed efficacemente. L’Ita di Assisi è uno di questi luoghi: dopo quaranta anni, possiamo dire che è stato realmente un luogo di incontro e formazione e che ha fatto il bene delle Chiese umbre. Molti i docenti che vi hanno lavorato e servito con passione e competenza, moltissimi gli studenti che sono cresciuti al suo interno, innumerevoli le occasioni di approfondimento proposte. Per tutto questo sentiamo di dover celebrare questo anniversario, sulla scia dei tanti quarantesimi che sono stati riferiti al Concilio Vaticano II cui dobbiamo così tanto. Celebriamo per ringraziare quanti si sono adoperati per l’Istituto, per non dimenticare quanto è stato fatto, ma anche per chiederci quanto possiamo fare ora.Abbiamo così preparato un convegno che, se nel pomeriggio prevede un momento celebrativo di ricordo, riconoscimento e preghiera, al mattino è costituito invece da una riflessione serrata sugli studi teologici in Italia dal punto di vista storico e istituzionale e sulla teologia italiana del post-Concilio. È un momento di festa, ma anche di progettazione, per comprendere meglio la realtà della Chiesa italiana in genere e della nostra Chiesa umbra in particolare. La teologia – e una teologia degna del Concilio Vaticano II – è un’urgenza ecclesiale, e l’elaborazione di un pensiero così fatto richiede il coinvolgimento e l’impegno di tutti i credenti. Apriamo quindi questo giorno di studio e celebrazione a tutti coloro che vogliono condividere con noi la passione per la Chiesa umbra, augurandoci che ci permetta di crescere nella consapevolezza e nel servizio.
L’Ita di Assisi compie 40 anni
Origini, finalità, “atmosfere” di un Istituto teologico nato, non a caso, sulla scia del rinnovamento post-conciliare
AUTORE:
Simona Segoloni Ruta