Don Domenico Pieracci, parroco di Lippiano ed ex alunno di Pia Tavernelli – all’epoca insegnante elementare nel paese -, durante la celebrazione eucaristica ha voluto sintetizzare la vita di Pia con una citazione presa a prestito da sant’Agostino. Nelle Confessioni, il Santo di Ippona chiede al Signore: “Ti supplico, dimmi cosa sei per me”, e prosegue: “Correrò dietro questa voce e ti troverò”. La vita di questa donna – ha ricordato mons. Pieracci – è stata una corsa appassionata dietro il Signore. Prima come suora della congregazione delle Piccole Ancelle del Sacro Cuore. Suor Angelica dell’Immacolata, questo il suo nome da religiosa, scoprì Gesù, presente e vivo, in una cappella rovinata e poco frequentata. L’obbedienza professata nella congregazione religiosa si trasformò nella scelta di rimanere nel piccolo paese e di inserirsi attivamente nella sua realtà socio-ecclesiale. Incomincia con la catechesi ai bambini della scuola, poi è la volta dei giovani e successivamente delle famiglie. E sente viva la mancanza di una chiesa a Lippiano. Il 29 settembre 1933, festa del patrono di Lippiano san Michele Arcangelo, Pia Tavernelli, riordinando l’altare, si accorge di tracce evidenti di piccoli animali passati dentro il tabernacolo. Intuì che doveva occuparsi della ricostruzione della chiesa, che viene consacrata il 29 settembre 1945 dal vescovo diocesano mons. Filippo Maria Cipriani. Oggi la chiesa, grazie al contributo della Cei, dei fedeli e pure delle Spigolatrici, è interessata da lavori di ristrutturazione. A Lippiano, Pia fonda l’istituto secolare Spigolatrici della Chiesa. L’intuizione si fa chiara l’8 dicembre 1936, festa dell’Immacolata. Ne parla con i superiori del suo istituto e chiede di lasciare la congregazione allo scadere dei suoi voti semplici, nell’ottobre 1937. Ma viene consigliata a rimanere. Devono passare dieci anni per avere il primo “sì” della Chiesa; l’intuizione non è compresa, è ritenuta inutile e forse pericolosa, e quindi è fortemente contrastata.
Nel dicembre 1945 Pia Tavernelli si reca a Roma con il permesso del vescovo Cipriani e viene ricevuta da mons. Pasetto, allora segretario della Sacra congregazione dei religiosi. L’indulto le viene concesso l’11 settembre 1946. Nel rispetto per l’autorità ecclesiastica, Pia attende l’autorizzazione del vescovo Cipriani per procedere a dare vita alla sua intuizione. E il permesso giunge il 24 giugno 1947. Il Vescovo di Città di Castello approva l’istituto come pia unione con decreto dell’8 dicembre 1949, quando le Spigolatrici sono arrivate al numero di 12. Pia lascia Lippiano nel ’49 per Città di Castello, dove abita con Assuntina Rivi. Da allora la diocesi avrà sempre una presenza di Spigolatrici della Chiesa. Nel 1953, insieme ad altre ragazze che si sono unite a lei, si reca a Foligno, chiamata dal Vescovo a sostegno di alcune attività diocesane. Nel 1954 Pietro Fiordelli, nominato vescovo di Prato, chiama nella sua diocesi le Spigolatrici per gestire la casa di esercizi alla villa San Leonardo al Palco. E Pia ben presto si porta a Prato dove l’istituto, l’8 dicembre 1967, viene eretto come istituto secolare di diritto diocesano e nel 1973 ne vengono approvate le Costituzioni. Non sono mai state numerosissime le Spigolatrici; eppure insieme hanno voluto ringraziare il Signore per il dono di Pia che Egli ha fatto alla Chiesa. Nella cappella di Lippiano non sono mancati i saluti del vescovo mons. Cancian, presente spiritualmente alla celebrazione, delle autorità civili del Comune di Monte Santa Maria Tiberina e di tanti fedeli che hanno conosciuto Pia e le Spigolatrici della Chiesa. I resti mortali di Pia sono stati collocati in un’urna ricoperta da un telo ricamato con numerose spighe. Quell’intuizione di Pia non si è esaurita. Mentre lei corre a contemplare l’Onnipotente, le Spigolatrici corrono ad incontrare il Signore, “chiamate a cambiare il mondo dal di dentro”.
Nelle parole di Pia
“E misi i voti e fui rimandata a Lippiano. Sognavo di andare in una terra lontana per dedicarmi ai fratelli più bisognosi e invece mi si lasciò nel piccolo paese dove insegnavo. Fu dopo questa obbedienza, che mi costò moltissimo, che feci la più grande scoperta, per una luce interiore credo dello Spirito santo. In una piccola e rovinata cappella in fondo al paese ci stava Gesù nella sua realtà di uomo-Dio. Ogni mattina rinnovava per me e per tutti il Suo sacrificio sull’altare e giorno e notte rimaneva lì, presente, ad attenderci, e quasi nessuno andava a trovarlo”. Proprio quella cappella sabato scorso ha accolto i resti mortali di Pia Tavernelli (16 agosto 1906 – 23 agosto 2001), autrice di queste righe introduttive, che a Lippiano fondò l’istituto delle Spigolatrici della Chiesa. Ora in questo paese al confine con la Toscana, sono stati riportati perché vi riposino nel cimitero locale.