Come sottolineato di recente dal card. Walter Kasper, a caratterizzare il dialogo ecumenico di Papa Francesco è la sua “sim-patia” intesa nel senso originario: sentire comune, empatia.
Tornato a Caserta lunedì dopo la prima visita di sabato scorso, Bergoglio ha subito adottato il suo stile fuori dagli schemi, raggiungendo a piedi la casa del pastore evangelico pentecostale Giovanni Traettino e scherzando con una signora in cui si è imbattuto mentre lei usciva dal supermercato. Ma poi, le sue parole alla comunità carismatica protestante non si sono affatto limitate a un generico appello alla fratellanza. “Tra quelli che [nel 1938, con le leggi razziali, ndr] hanno perseguitato e denunciato i pentecostali, quasi come fossero dei pazzi che rovinavano la ‘razza’, c’erano anche dei cattolici. Io sono il Pastore dei cattolici, e vi chiedo perdono per quei fratelli e sorelle cattolici che non hanno capito, e sono stati tentati dal diavolo”.
All’incontro, che si è poi svolto nella chiesa pentecostale della Riconciliazione – ancora in costruzione – hanno partecipato circa 350 persone, in gran parte evangelici provenienti, oltre che da un po’ tutta Italia, da Stati Uniti, Argentina, Canada, Spagna, Francia e India.
“Quando si cammina alla presenza di Dio – ha detto ancora Francesco -, si dà questa fratellanza. Quando invece ci fermiamo, ci guardiamo troppo l’uno all’altro, si dà un altro cammino, brutto, brutto! Il cammino delle chiacchiere… E così dal primo momento è incominciata la divisione nella Chiesa. E non è lo Spirito santo che fa la divisione!… Non è il Signore Gesù che fa la divisione! Chi fa la divisione è proprio l’Invidioso, il re dell’invidia, il padre dell’invidia: quel seminatore di zizzania, Satana… Cosa fa lo Spirito santo? Fa un’altra cosa, che forse si può pensare che sia divisione, ma non lo è. Lo Spirito santo fa la diversità nella Chiesa. E davvero questa diversità è tanto ricca, tanto bella. Ma poi lo stesso Spirito santo fa l’unità, e così la Chiesa è una nella diversità”.
Ha quindi preso la parola il pastore Traettino, amico di Bergoglio da quando quest’ultimo era arcivescovo di Buenos Aires, e fortemente impegnato nel dialogo tra carismatici protestanti e cattolici (il che non è affatto ovvio, soprattutto da parte delle Chiese pentecostali protestanti).
Il pastore ha definito la visita di Papa Francesco “un dono grande e inatteso, impensabile” fino a non molto tempo fa. “Al Papa – ha detto – non è bastato rivolgere un messaggio affidato a qualche messaggero, ma è venuto di persona a parlarci”. Ha quindi assicurato la preghiera per lui anche da parte delle Chiese protestanti, e ha ribadito che l’elezione di Bergoglio al Soglio di Pietro “è stata opera dello Spirito santo, una benedizione per tutta la cristianità e l’umanità”. Ha infine elogiato san Francesco, molto amato anche dagli evangelici come profeta della riconciliazione.