L’impegno dei laici nella parrocchia per l’evangelizzazione

Venerdì 28 febbraio si sono svolti i lavori del Consiglio pastorale diocesano

“Siamo qui riuniti per riflettere sulla parrocchia intesa come comunità missionaria. La parrocchia, anche nei mutamenti sopraggiunti, rimane il cuore della Chiesa”: con brevi parole, dopo i vespri iniziali, il vescovo mons. Sergio Goretti ha aperto i lavori del Consiglio pastorale diocesano tenutosi venerdì 28 febbraio. Come asse portante del dibattito si è imposto il tema dell’impegno dei laici nella parrocchia per la promozione umana e l’evangelizzazione. Eletto per acclamazione come segretario dell’assemblea il giovane Maurizio Morini, hanno preso il via gli interventi. Molti laici saranno chiamati prima o poi a guidare le parrocchie, così ha esordito mons. Vittorio Peri. Condizione preliminare perché essi possano svolgere il ruolo di operatori pastorali è, secondo lo stesso, una adeguata formazione teologica; esistono vari livelli di formazione teologica: la scuola interdiocesana di stanza a Foligno e l’Istituto Teologico di Assisi che riesce a garantire un approfondimento in settori specifici. Secondo Leonardo Travaglia il percorso formativo è necessario, anzi dovrebbe diventare obbligatorio per quanti intendono farsi operatori pastorali; si possono seguire canali diversificati, ma per i più basilari apprendimenti sarebbe utile una valigetta provvista almeno di testi e documenti essenziali; è anche necessario che il Consiglio pastorale parrocchiale goda di un potere effettivo che lo renda in grado di incidere nello stesso contesto formativo preferibilmente da inserire nell’ambito della singola parrocchia. Per Alberto Cecconi occorre sfruttare anche radio e televisioni locali attraverso la presenza di persone preparate ed anche attraverso la proiezione di video adatti allo scopo. Loredana Farabi ha indicato come mezzo di formazione anche gli esercizi spirituali rivendicando uno spazio più concreto per i laici ed una valorizzazione dei movimenti. Attenzione, ha esclamato suor Teresa: non concentrare l’attenzione su un unico punto perché la formazione non può essere disgiunta dalla missione in mezzo alla gente e a favore della gente. Amneris Marcucci ha evidenziato la difficoltà di acquisire una formazione per quanti sono assorbiti dal lavoro e da incombenze familiari. Ennio Bosimini ha sottolineato la necessità di aprire le porte a quanti desiderano impegnarsi nel volontariato pastorale. Chi insiste in seno alla parrocchia perché si faccia formazione? La domanda è stata posta dal biblista don Oscar Battaglia che ha ripercorso una serie di iniziative: corsi di preghiera, conferenze, letture evangeliche, lezioni bibliche. Come mai questi stimoli sono venuti a mancare? Questa la sua risposta: perché nei più diretti responsabili delle parrocchie è venuta meno la “convinzione”. Dal canto suo don Girolamo Giovannini ha menzionato tempi difficili contraddistinti da pochi sacerdoti, per lo più anziani ed oberati da impegni. Il vicario generale mons. Orlando Gori, per molti anni parroco della cattedrale di San Rufino, ha ricordato l’attivismo di gruppi liturgici capaci di affrontare la catechesi per adulti e di spiegare documenti religiosi. I tempi esigono decisioni coraggiose ed un impegno corale tra clero e laici. Pressante l’invito del Vescovo a partecipare alla giornata di preghiera e di digiuno indetta dal Pontefice.

AUTORE: Francesco Frascarelli