La notizia ha fatto decisamente scalpore ed è giunta come un fulmine a ciel sereno in una città già prostrata dall’allarme criminalità: 65 lavoratori, in gran parte gualdesi, che lavoravano presso lo stabilimento della Merloni elettrodomestici a Gaifana si sono visti non rinnovare il contratto di lavoro con la seguente motivazione “guerra imminente”. La nota società fabrianese, insomma, attenderebbe tempi migliori per procedere al rinnovo dei contratti, prevedendo che l’imminente nuova guerra del Golfo porterà ad un drastico ridimensionamento del mercato degli elettrodomestici, destinati in gran parte all’esportazione. Non solo: con analoga motivazione, analoghi provvedimenti starebbero per essere presi dalle più importanti ditte gualdesi del comparto della ceramica, le quali operano soprattutto in regime di esportazione in paesi che risentirebbero pesantemente di un’eventuale guerra all’Iraq. Insomma, Gualdo Tadino, si trova improvvisamente sulla soglia di una grave crisi occupazionale. Ce n’è tanto per allarmarsi e così, dopo l’incontro tenuto la settimana scorsa fra il sindaco Pinacoli e l’on. Giuseppe Giulietti, durante il quale si è fatto il punto sulla situazione, all’inizio della prossima settimana, si terrà un consiglio comunale, aperto alla cittadinanza, per stabilire l’entità esatta di questa crisi economica e discutere gli eventuali rimedi. I timori non sono pochi, perché la guerra potrebbe essere la goccia che fa traboccare il vaso. Il settore della ceramica, infatti, ha conosciuto sicuramente momenti migliori e già da qualche anno si parla di una “crisi strutturale” dovuta essenzialmente alla concorrenza con i prodotti provenienti dall’est Europa, frutto di procedimenti non artigianali ma industriali e, conseguentemente, molto più concorrenziali nel prezzo. Il 2002, tra l’altro, è stato un anno turbolento, anche a causa della spinosa questione del rinnovo dei contratti della manodopera specializzata e non è certo la prima volta che il presidente della Confartigianato gualdese, Claudio Carini, parla apertamente di “recessione”. Sindaco ed amministrazione comunale invitano, comunque, a non lasciarsi prendere dal panico: si tratta di una situazione seria, che va quindi esaminata con attenzione, ma non drammatica. Meglio discuterne con calma.
Licenziati per “guerra imminente”
GUALDO T./ Crisi occupazionale
AUTORE:
Pierluigi Gioia