Il liceo scientifico “Galeazzo Alessi” di Perugia ha “aperto le porte“ ai profughi provenienti dal Nord Africa, accolti dalla Caritas diocesana presso la parrocchia di San Giovanni del Prugneto dopo essere sbarcati a Lampedusa con imbarcazioni di fortuna all’inizio della scorsa estate. È il progetto “Una tenda per conoscersi, una tenda per accogliere”, promosso dalla Caritas perugina per “far conoscere agli alunni delle quarte classi la realtà dei profughi fuggiti dalla Libia, dove erano giunti dai loro Paesi di origine per motivi di lavoro e di sicurezza”. Il progetto – informa la diocesi – ha coinvolto non solo gli insegnanti di Religione ma anche di altre materie e ha visto la partecipazione di circa 250 ragazzi delle 12 classi del IV anno. Il progetto ha previsto approfondimenti tematici per comprendere, a vari livelli (giuridico di diritto internazionale e di accoglienza in Italia), il fenomeno dell’immigrazione e della sua gestione sul territorio. Molto interessanti sono stati gli incontri tra studenti, due profughi, Yameogo Adoul Wahabo e Moussà Zoure, e alcuni responsabili e operatori Caritas che seguono i 23 giovani africani. Gli studenti hanno formulato domande di vario genere, che vanno dal perché milioni di persone migrano da un capo all’altro del mondo al loro sfruttamento e povertà, dalle responsabilità dell’Italia e dell’Unione europea all’integrazione delle culture e fedi religiose, fino ai problemi sociali e della sicurezza, del lavoro e della scolarizzazione degli immigrati. Gli studenti produrranno elaborati multimediali (foto, video, riflessioni scritte…) che verranno successivamente elaborati dal regista televisivo Riccardo Truffarelli, il quale è intervenuto anche ad alcuni incontri. Il regista assemblerà i loro prodotti con filmati registrati in diversi momenti del progetto, così da consegnarlo alla scuola che lo visionerà come sintesi del lavoro e lo acquisirà come documento per le proprie attività didattiche.Tra gli studenti, i profughi e alcuni responsabili e operatori Caritas si è instaurato un dialogo che ha permesso una maggiore conoscenza dello status di profugo. Il progetto è stato fortemente voluto anche dall’arcivescovo mons. Gualtiero Bassetti e dal suo vicario generale, mons. Paolo Giulietti, come contributo educativo e formativo per gli studenti.